L’approssimarsi della fine del 2009 è l’occasione per riassumere le risultanze e le peculiarità di impiego dell’intera componente aeronavale della Guardia di Finanza presente in Toscana, inquadrata organicamente alle dipendenze del Reparto Operativo Aeronavale di Livorno (R.O.AN.), cui fanno capo tre comandi navali e, funzionalmente, una sezione aerea di manovra, per un complessivo di oltre 190 persone, 14 mezzi navali delle varie classi e 3 elicotteri. La rendicontazione delle risultanze acquisite nel corso del periodo gennaio/dicembre 2009, riporta il seguente consuntivo: Missioni navali nr. 560 Missioni aeree nr. 55 Controlli effettuati in mare e negli approdi nr. 2.100 Verbali elevati nr. 720 Sequestri operati: - in ambito demaniale/ambientale/pesca nr. 70 - nel settore della nautica da diporto nr. 28 Interventi in materia di polizia demaniale/ambientale nr. 200 Segnalazioni ai fini dell’imposizione diretta/indiretta con riguardo al possesso di imbarcazioni nr. 340 Prodotti petroliferi sequestrati lt. 14.000 Operazioni di soccorso in mare nr. 10 Persone salvate nr. 19 Nella disamina dei dati statistici assumono rilievo: L’acquisizione di 340 schede “C.E.Te.” (Controllo Economico del Territorio) di cui all’art. 83 del D.L. 112/08. Queste speditive constatazioni mosse in mare nei confronti di proprietari e/o di coloro che hanno la disponibilità di unità da diporto, specie se di elevato valore, si rivelano poi particolarmente utili in sede di accertamento tributario, atteso che di sovente vengono riscontrate palesi sproporzioni tra la “realtà” e le situazioni reddituali dichiarate al fisco. La lotta al fenomeno del sommerso da lavoro, che nel settore della nautica da diporto ha una spiccata connotazione, spesso con l’impiego di maestranze di nazionalità extracomunitaria irregolare e/o clandestina. Tale settore di intervento ha portato, in particolare, all’espulsione di 4 persone dal territorio nazionale e alla segnalazione alla competente Direzione Provinciale del lavoro, per 18 datori di lavoro. Sempre nel settore correlato alla nautica da diporto, meritano menzione i controlli riguardo all’utilizzo di prodotti petroliferi soggetti ad accisa, il cui impiego in frode nuoce gravemente agli interessi erariali Nazionali e dell’Unione Europea. In tale ambito, spicca il sequestro di oltre 14.000 litri di gasolio agevolato, rinvenuto a bordo di una nave da diporto italiana che deteneva il prodotto in assenza di legittimo titolo e collocato dalla normativa come prodotto consumato in frode fiscale. Inoltre, in punto di polizia ambientale e dei connessi tributi speciali per deposito in discarica a favore della Regione Toscana (c.d. “ecotassa”), è stata accertata un’evasione di oltre 240.000 €, determinata nei confronti di amministratori di società, denunciati peraltro anche all’A.G., che illecitamente avevano costituito delle discariche abusive. In tale quadro, assume rilevanza il sequestro operato all’interno degli stabilimenti della Società “SOLVAY CHIMICA ITALIA S.P.A” in località Rosignano Solvay, di alcuni cumuli di rilevanti dimensioni costituiti da rifiuti prodotti da processi lavorativi e vasche di calma, nei quali sono stati rinvenuti residui di fabbricazione di carbonati di sodio, solfato di calcio inquinato da sabbia, nonché rocce di scavo, quantificati in circa 16.000 tonnellate. Da qui la conseguente denuncia all’Autorità Giudiziaria di due responsabili per la previsione dell’art. 256 del D.Lgs. 152/06 (Gestione di discarica non autorizzata). Oltre al particolare servizio sopra descritto, in tutta l’area di competenza dei tre diversi reparti navali dipendenti, i rifiuti sequestrati, tra speciali e pericolosi, sono stati 500 tonnellate, per i quali, a seguito dei vari interventi dei Finanzieri con conseguente attivazione delle Procure e dei Comuni, si è proceduto alla loro rimozione con bonifica dei siti sequestrati, corrispondenti a mq. 22.000. Le Fiamme Gialle del R.O.AN., infine, in azione su tutta la costa delle cinque province, hanno svolto una azione di polizia demaniale indirizzata sia a reprimere l’illegale occupazione degli spazi demaniali di libera fruizione, a tutela dei bagnanti estivi, sia a salvaguardare gli operatori economici che agiscono onestamente nel rispetto delle norme e che sono penalizzati dalla concorrenza sleale di esercenti che, invece, agiscono scorrettamente. In questo settore, sono stati denunciati nella passata stagione estiva nr. 7 utilizzatori di aree demaniali alla Procura della Repubblica di Livorno e di Grosseto perché in assenza di titoli concessori, pervenendo al sequestro di 150 attrezzature da spiaggia. Sono poi scaturiti ulteriori approfondimenti di settore, finalizzati a verificare il rispetto dei connessi adempimenti tributari e fiscali, con specifico riguardo all’erario Regionale ed a quello dei Comuni, destinatari, rispettivamente, delle imposte sui canoni di concessione demaniale e di quelle comunali sugli immobili. In questo precipuo contesto, sono stati poi effettuati numerosi controlli fiscali in materia di scontrini e ricevute. L’azione dei reparti nel settore della pesca a tutela dell’ambiente marino, con effetti sulla sleale concorrenza, anche quest’anno ha fatto registrare purtroppo il fenomeno della pesca a strascico illegale, sotto costa ovvero in zone e/o in tempi vietati, ad opera di equipaggi di alcune grandi imbarcazioni delle diverse marinerie. L’esito di queste attività ha portato al sequestro di 22 attrezzature, all’irrogazione di sanzioni amministrative per 15 operatori, con sequestri per circa 110.000 €. Nel mese di maggio, si è registrato un intervento di straordinaria portata in Maremma ad opera dei finanzieri della Sezione Operativa Navale di Porto Santo Stefano (GR), i quali, a supporto del Nucleo di Polizia Tributaria di Bergamo impegnati nell’ambito di una vasta operazione denominata “CALYPSO”, hanno proceduto all’esecuzione di sequestri preventivi apponendo i sigilli a due prestigiose unità navali, riconducili ad un sodalizio criminale molto esteso e capeggiato da tre imprenditori napoletani operanti nel Bergamasco, a Montecatini (PT) e nel Principato di Monaco. L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bergamo, ha fatto venire allo scoperto operazioni inesistenti per un ammontare complessivo superiore ai 2 miliardi di euro. L’imposta sul valore aggiunto non incassata dallo Stato è risultata pari a 238 milioni di euro, valore a cui si riferisce l’importo del sequestro “per equivalente” disposto dall’Autorità Giudiziaria. Le società estere utilizzate per realizzare tale frode sono state in tutto 28 mentre 71 sono le persone penalmente denunciate, alle quali sono state complessivamente ascritti ben 170 capi d’imputazione. I reati contestati spaziano dall’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale a carattere transnazionale ,alla truffa ai danni dello Stato, dal reimpiego di capitali provenienti da illeciti, al contrabbando ed al favoreggiamento.
ROAN Finanza controllo peschereccio 2008 1
ROAN Finanza controllo peschereccio 2008 1