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A Sciambere lungo sulle scritte apparse sui muri livornesi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 27 dicembre 2009

“Ancora una vota agli onori delle cronache per scritte vergognose sui muri della nostra città” commenta così Maurizio Zingoni, coordinatore provinciale del Popolo della Libertà le scritte apparse sui muri della città contro il ministro Ignazio La Russa, e le Forze Armate. “Alle Forze Armate, che da anni sono parte integrante del tessuto sociale della nostra città, esprimo la mia personale solidarietà e quella del Popolo della Libertà, per le offese di cui sono state oggetto. I militari, le loro famiglie sono per la nostra città non solo una ricchezza, ma è un onore avere nella nostra città reparti che hanno fatto la storia del nostro Paese”. “Scritte che inneggiano a dittatori sanguinari come Stalin, l’esaltazione della violenza come metodo di lotta politica, ci riportano ad un clima che pensavamo sepolto con gli anni di piombo, speriamo che le forze dell’ordine assicurino alla giustizia i responsabili, e non ci siano i soliti “psicolabili”, che ormai sembrano essere una parte cospicua della nostra popolazione, che promuovano raccolte di firme per la loro assoluzione” U.Stampa - Popolo della Libertà Livorno In una cosa ha certo ragione il Coordinatore Provinciale del Partito che si definisce Popolo delle Libertà: sul fatto che la nostra popolazione soffra di un deficit di conoscenza storica, fattispecie nei confronti delle figure dittatoriali che l'hanno (nel male e nel peggio) punteggiata; e la storia anche somministrata in pillole fa sempre bene alla salute democratica. Facciamo qualche esempio cominciando dalle cose acclarate: la storia ci insegna che l'essere democraticamente eletti non ci trasforma per incanto in rispettabili e democratici garanti del bene: il Sig. Adolf Hitler che fu democraticamente eletto Cancelliere del Reich non ci pare abbia scritto le pagine più luminose del novecento. Così chiunque intenda il voto della parte maggioritaria della nazione come la licenza a fare ciò che ritiene opportuno senza controlli e garanzie "terze", assume di fatto un atteggiamento dittatoriale, collidente con il concetto occidentale di democrazia compiuta. E continuando a ragionare di figure dittatoriali: quelli che hanno qualche annetto di più si ricorderanno una espressione "culto della personalità" che veniva usata per stigmatizzare alcuni autocrati, ma che ad esempio non troviamo nel ricco frasario anticomunista del nostro amato premier, perchè? vediamo la definizione che, per tenerci bassini e nazional-popolari, dà Wikipedia del fenomeno: "La reputazione di un singolo capo, spesso caratterizzato come "liberatore" o "salvatore" del popolo, eleva questi a un livello quasi divino. Le immagini del capo appaiono ovunque, così come statue e altri monumenti innalzati alla grandezza e alla saggezza del capo. Slogan del capo ricoprono enormi cartelloni, e libri contenenti i discorsi e gli scritti del capo riempiono le biblioteche e le librerie. Il livello di adulazione può raggiungere vette che appaiono assurde agli estranei". Attualizziamo (neanche tanto) strumenti comunicativi e contesto ed avremo una fotografia nitida di chi oggi in questo paese ha creato ed alimenta il culto della sua personalità. Ma la storia si sposa anche con la saggezza popolare con la semplicità del "dimmi con chi vai e ti dirò chi sei". Ora, è vero che la nuova grancassa su cui battere è "il partito dell'amore" visto che l'anticomunismo in un paese dove i comunisti non ci sono più non può continuare a pagare, è vero che la la coerenza (unitamente alla riservatezza, al senso del pudore, alla modestia) non è evidentemente per gli epigoni di un così debordante personaggio non è più una virtù, ma come è possibile dichiararsi campioni della democrazia ed intrattenere relazioni, assai più che amichevoli, non solo con Putin, padrone di un paese nel quale dal 1992 sono stati certamente ammazzati 74 giornalisti ed altri 146 hanno perso la vita in circostanze dubbie, ma pure con il dittatore Gheddafi che ci viene ad insultare a domicilio, come si fa a non vergognarsi di dire al comunista stalinista residuale (lui sì) Lukashenko, internazionalmente ritenuto un imbroglione elettorale, "Il popolo ti ama"? E quanto al seme della violenza ed alla storia, chissà se si è mai preoccupato Zingoni di apprendere che cosa dicevano teorizzavano e facevano a destra ed a sinistra in quelle stagioni di contrapposizione dura che sfociarono nel tempo degli opposti terrorismi delle Brigate Rosse e dei Neri dei NAR, molti personaggi oggi assoldati dal PDL e provenienti da destra come da sinistra; se ne avesse contezza e poi facesse due conti si stupirebbe nel verificare quanti ex-pessimi maestri ha intorno (e pure sopra). Premessa della morale, dal Dizionario Garzanti: Eversore s.m. che mira a rovesciare l'ordinamento statale e le sue istituzioni Morale: uno che inneggia a Stalin, morto quando andavo all'asilo io che sono nonno, massacrato ideologicamente (non è una parolaccia ideologia) dalla stessa sinistra democratica, oltre che dalla storia, sporca i muri senza alcun costrutto, se inneggiare alla eversione, doveva scrivere: "Meno male che Silvio c'è"


Stalin

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