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Essere anziani d'estate

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 04 settembre 2003

Il grado di civiltà di un popolo si misura dal rispetto e dalla tutela verso le fasce più deboli e bisognose. Siano esse persone o animali. In una estate come questa, dove i paesi europei hanno toccato il tetto massimo per le morti di anziani causate dal caldo terribile, mi chiedo quanti progetti a sostegno degli anziani dormano nei cassetti di numerose ASL e Comuni che se attuati rappresenterebbero un valido aiuto per questa categoria di cittadini. Nei mesi passati, abbiamo parlato più volte dalle pagine dei quotidiani locali della situazione sociale e sanitaria nella nostra isola. A fatica è stato inaugurato il Progetto Blu Argento. E la RSA e il Progetto Aethalia? Scusate se siamo insistenti, ma aspettiamo un'altra estate torrida? Oppure queste pazze stagioni prima o poi ci regaleranno un inverno glaciale? Per chi non sapesse di che cosa stiamo parlando per RSA intendiamo la Residenza per anziani che ormai da diverso tempo è in fase di costruzione a Casa del Duca e che assicurerebbe assistenza a quelle fasce più bisognose, mentre il Progetto Aethalia è un progetto volto a mantenere l’anziano presso il proprio domicilio con aiuti mirati alla cura della persona come per es.taglio dei capelli, o podologia, e anche accompagnamento a riscuotere la pensione o fornitura di pasti, tanto per citarne alcuni. Ho provato vergogna e rabbia per quello che è successo quando ministri e interi governi si sono dichiarati allibiti. Sono state istituite commissioni di rilevamento dati e per settembre dovremmo avere i primi risultati. Bene, ma vogliamo ricordare a chi ci governa che basterebbe applicare nella sua interezza la legge quadro 328/00 per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali? In Francia come in Italia. Magari i nostri cugini d’oltralpe le avranno dato un altro numero, ma il fine sarà lo stesso. Pensiamo quanti meno decessi ci sarebbero stati se l’Assitenza Domicialiare Integrata (A.D.I.) fosse stata applicata a tutte le fasce previste e con quei criteri che sono il suo fondamento di integrazione fra ASL e Comuni. Nei comuni dell’Emilia Romagna questo servizio è un cavallo di battaglia. Quello nostro sono le gite per anziani, per le quali siamo molti grati alla nostra amministrazione anche perché siamo convinti che siano un valido aiuto anche psicologico per tutti quelli che vi possono partecipare, e per chi solo con il traguardo della pensione può finalmente permettersi qualche meritato viaggetto. Ma non tutti possono, almeno nel senso fisico del termine. Dobbiamo guardarci indietro e vi assicuro che lo spettacolo non sarà dei migliori. Non voglio elencare le solite cifre noiose sui disabili presenti nei nostri Comuni, ma ricordare che dietro ogni singolo numero ci sono persone che soffrono. Certo ci sono regioni e comuni d’Italia dove l’ADI è una parola sconosciuta, come d’altronde qui fino a poco tempo fa. E’ vero che è accessibile solo per determinate fasce ma se le andiamo a vedere ci accorgeremo che comprende una buona categoria di malati che potrebbero essere monitorati costantemente a partire dal medico di famiglia che recandosi al domicilio del paziente una volta a settimana individuerebbe subito il sopravvenire di un malessere come per es. un colpo di calore che alla fine si rivela fatale. E poi ricordiamoci una parola che ricorre spesso nel nostro Piano Sanitario Regionale 2002-2004: prevenzione. Per quelli che stanno bene, o quasi, perché possano ancora fare delle gite e magari un domani incidere meno sul bilancio sanitario. Una prevenzione fatta di analisi veri, mirati a persone di una certa età. Infine qualche domanda alla nostra amministrazione: visto che il 2003 è l’anno del disabile, l’ufficio dell’assistente sociale è ancora collocato nella parte più alta e meno accessibile del Comune? E poi ancora: quando l’unica assistente sociale del Comune si ammala o và in ferie, c’è qualcuno che la sostituisce, oppure siamo ancora nella situazione di due estati fa? Un’ultima domanda: è stato istituito un servizio che porta gli anziani all’ospedale o magari da qualunque altra parte sia un medico privato o alle terme - che offrono svariati servizi a favore dell’anziano, qualcuno anche convenzionato con l’ASL - nel caso la famiglia per normali eventi della vita non possa farlo? Questa è l’integrazione ben sottolineata dalla parola A.D.I. Se l’ASL, quando un anziano ha bisogno di aiuto immediato, interviene con infermieri, medici e tutte quelle figure necessarie all’aiuto medico, come interviene il Comune? chiedendo una serie infinita di documenti per redigere la dichiarazione ISE? Quando, e se saranno pronti, forse l’anziano non ne avrà più bisogno. Questo si chiama gestire le emergenze, ma non emergenze di Pronto Soccorso, ma emergenze di routine per gli anziani malati e per le famiglie che li assistono. Tutti i giorni. E’ in questo modo che dovremmo chiederci quanto siamo civili. Quanto pensiamo a rendere più semplici i gesti quotidiani dei più disagiati e ad abbattere anche le “barriere” burocratiche.