Tecnica e storia di un gioco antico Non sono gocce, ma trasparenti. Non sono bocce, però boccianti. Non sono palle, però giocanti. Non sono grandi, ma rotolanti. Non sono tante, ma dieci o venti. Non sono triglie, neanche coniglie: sono le……. E’ con un invito di R. Piumini al gioco della filastrocca che l’autrice, Laura Scappini , propone il testo ai lettori. Erede della noce e della nocciola, sorella minore della palla, la biglia è oggetto antichissimo ma sempre attuale. Ci giocavano già gli Egizi e i Romani, e con questo libro l’autrice, ne riscopre le sue numerose qualità e la lunga tradizione, offrendo una panoramica completa sul mondo delle biglie: le loro radici, la fabbricazione di modelli in vetro e altri materiali, il loro utilizzo nella didattica, le istruzioni per giocarci e molto altro ancora. Un libro indispensabile per gli Educatori, gli appassionati dei giochi ed i collezionisti. Il libro, edito da Effequ, fa parte della collana Saggi pop che è la contrazione di saggi - popolari. I saggi pop sono libri tascabili, leggeri nella forma e nel contenuto, ma che per questo non rinunciano alla sostanza, sono testi che aiutano a riflettere e offrono risposte immediate, pratiche, originali e curiose sulla storia, il costume e la società. In questo libro Laura, che ora vive a Piombino, ma ha origini un po’ friulane e un pò elbane, riscopre che il gioco tradizionale con la sua semplicità di mezzi, tramanda i saperi e mette in contatto con la storia: dei quartieri, delle città, dei popoli. “In ogni paese del mondo il gioco delle biglie assume caratteri diversi e nomi locali: dai lottatori scozzesi di Backhold ai lottatori sardi di S’intrupa, che si sfidano modificando di comune accordo le regole. Non ho potuto fare a meno, in seguito, di andare a indagare sulle origini delle biglie, che mi apparivano antichissime nella loro arcaica semplicità e di apprezzarne il valore educativo come gioco di strada, capace di avvicinare i bambini tra loro, i ragazzi con gli adulti, i nonni coi nipoti, in sfide pacifiche dove al mancanza di arbitri imponeva la totale fiducia dell’avversario. Il gioco di strada insegna infatti quello che oggi non si ha più voglia di fare: fondare le regole della competizione, rispettandole come se fossero divine” Laureata in scienze della formazione primaria è attualmente maestra elementare. Oltre ad avere la musica e lo sport nel sangue, ha come massima ambizione la voglia di trasmettere ciò che ama agli altri, principalmente ai suoi alunni, ai quali è dedicato questo libro.
biglie laura scappini