Belati. Mi dispiace molto per i volonterosi estensori delle tante prese di posizione sul futuro della Toremar, ma non trovo parola diversa da questa: belati, appunto. Non voglio offendere nessuno, tenendo conto anche del clima natalizio che dovrebbe renderci tutti più buoni, ma di ben alta pasta avrebbero dovuto essere e potrebbero essere le indicazioni ed i convincimenti. E le proposte. Invece solo auspici. Così non si va da nessuna parte, anzi si porta il ciuco all’abbeveratoio voluto da Conti che, seppure in scadenza e scaduto, appare sempre più essere il “dominus” dell’operazione, garantito, come è e come appare in tutta evidenza, dalle opportune coperture…a livello romano. Ci siamo stancati di sentir dire che “la Regione non può fare l’armatore” quando, almeno nel periodo transitorio questa è proprio la funzione che dovrà svolgere. Di buone parole, come nel caso, è lastricata la via dell’inferno. La mia preoccupazione è che proprio questa via sia stata intrapresa, e senza possibilità di ripensamenti. Una via senza ritorno. Quale è la ragione per la quale la Toscana si comporta diversamente dalla Sicilia e dalla Sardegna nel rilevare le società regionali? Chi è in agguato, dietro l’angolo, per papparsi in un solo boccone il succulento piatto garantito fino al 2022 da pingui e sostanziosi contributi statali? Perché non si è promossa –come auspicato dai più avvertiti- una Società ad hoc aperta alla partecipazione dei Comuni dell’Arcipelago alla quale attribuire il compito di dare in gestione -con tempistica prestabilita- il servizio di trasporto, esercitando i controlli del caso sul rispetto degli impegni assunti? Perché eliminare le Istituzioni Elbane e delle altre isole, relegandole al ruolo di semplici spettatori, neanche troppo interessati? Perché l’opposizione in Regione se ne sta quatta quatta con proteste (di nuovo belati) di mera forma e di poca sostanza? Forse per paura di scapaccioni romani? Perchè la Provincia –che pure dovrebbe tutelare il suo territorio- se ne sta silente di fronte alla ennesima malefatta fiorentina? Perché i vari stakeholders elbani –così solleciti nel dichiarare e proporre- non si mettono insieme per dar vita ad una forza d’urto capace di qualche possibilità di incidenza? Perché nessuno disturba il manovratore con azioni efficaci? Perché ci si limita a formulare fumosi scenari, quasi come si fosse di fronte ad una novella Sibilla Cumana? Perché i Parlamentari vicini al territorio non si raccordano per una azione decisa sul Governo? Perchè altrettanto non fanno i Consiglieri Regionali a Firenze?. Tutte domande – come è facile vedere- alle quali nessuno risponde in maniera seria e convincente. Ma io insisterò, solo o in compagnia, a proporle oggi ed anche domani, quando tutti si renderanno conto degli errori fatti, delle omissioni, delle connivenze. On. Pino Lucchesi Predente Ce.N.I.S. Centro Nazionale Iniziative Sociali Roma
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