7 milioni confiscati alla camorra sull'isola, che entro due anni potranno essere usati dalla comunità elbana e intanto migliora la situazione, con una minore presa della della malavita organizzata rispetto agli inizi degli anni 2000". Lo ha detto Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, presente sabato scorso nella tensostruttura delle Ghiaie, insieme a oltre 200 studenti di Piombino e dell'isola, tra cui scolaresche dell'Itcg Cerboni, guidati dalla prof.a Contestabile, dell'Isis Foresi-Brignetti e del Comprensivo. All'incontro anche il sindaco Peria che ha aperto la riunione, Jessica Muti assessore all'istruzione, l'Arci con Vittorio Pineschi, la Cgil dell'Elba coordinata da Antonini, altre forze politiche e associazioni tra cui il Circolo culturale Pertini. Argomento del meeting, la Carovana Antimafie e le terre confiscate alla malavita, ambienti che ora producono vino e altri alimenti. Alcuni studenti hanno detto della loro esperienza in quei campi di lavoro e dell'educazione alla legalità, mentre Muti ha lanciato l'idea di portare studenti isolani, grazie al sostegno di Unicoop Tirreno, a fare l'esperienza nelle zone produttive dove si fanno fruttare le terre che erano state dei mafiosi "Con uno specifico progetto- ha detto- d'intesa con le vostre famiglie e con i docenti sarà possibile aderire. E sarà opportuno anche creare un gemellaggio tra le scuole piombinesi e le nostre". Ma chance di riutilizzo di beni pare nasceranno anche sull'isola visto che "Tra non molto i beni confiscati alla Camorra- ha detto Calleri nelle conclusioni- potranno essere fruiti. La situazione migliora sull'isola, ma guai ad abbassare il livello di attenzione. L'azione della nostra Fondazione che attivò un osservatorio sulla legalità, quella delle forze dell'ordine e della società civile, ha frenato il proliferare della malavita e molti camorristi hanno lasciato l'Elba”.
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