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La Provincia dell'Elba si può fare

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 17 dicembre 2009

Com’era prevedibile e previsto, con il primo decreto legislativo di attuazione del federalismo fiscale che verrà approvato dal Consiglio dei Ministri del Governo Berlusconi entro il 31 dicembre, le Province acquistano importanza e potere. Con buona pace dei “superficiali” di ogni schieramento, che teorizzano che non ha senso parlare di Provincia dell’Elba Arcipelago perché tanto le province verranno abolite (!). l’art.1 del Decreto del Ministro proponente Calderoli “autorizza per la prima volta le Province ad imporre “tasse di scopo” per realizzare le opere necessarie a valorizzare i beni demaniali che lo Stato sta per trasferire gratuitamente loro ed agli altri Enti Locali: Comuni e Regioni. Beni che l’art. 4 identifica – per quanto riguarda l’Elba - in porti, aereoporti, acquedotti, spiagge, miniere, caserme; ma anche “beni assoggettati a vincolo storico, artistico e ambientale che non abbiano rilevanza nazionale”. Dunque i porti di Portoferraio, Rio Marina, Portoazzurro, Marciana Marina, Marina di Campo; l’aereoporto di La Pila; le miniere di Rio; i Musei Napoleonici; gli acquedotti dell’ASA; l’ex Caserma della Guardia di Finanza; i penitenziari di Pianosa e Portoazzurro; Le fortezze di Portoferraio; lo stesso Parco dell’Arcipelago; tutte queste “perle”, per quanto di competenza demaniale, passeranno in testa alla Provincia di Livorno. Ed a società miste pubblico-privato da questa costituite per realizzare le opere di “messa a reddito” dei beni acquisiti gratuitamente dal Demanio dello Stato. Lavori spesso assai onerosi che verranno finanziati con le nuove tasse di scopo. In altre parole l’Elba pagherà di propria tasca a vantaggio di altri gli onerosi lavori sui beni ad essa “espropriati”. In ossequio ai principi di un federalismo fiscale serio, il decreto prevede inoltre che i contribuenti potranno essere rimborsati “qualora la valorizzazione del bene generi una redditività che lo consenta” o qualora i lavori non inizino entro due anni dall’approvazione del progetto esecutivo e non vengano terminati entro cinque. Rimanendo a noi significa che se la redditività non sarà tale da consentire il rimborso della relativa “tassa di scopo”, per esempio perché assorbita da costi “gestionali” esorbitanti, l’Elba avrà pagato e basta. Come sempre. A meno che non decida di darsi “una mossa” con la civiltà di modi che gli è propria e chieda l’istituzione della nuova Provincia dell’Elba Arcipelago nei modi indicati dalla Costituzione e dalla legge n° 267/2001. Dunque anche ricorrendo ai referendum popolari comunali per avviare l’iter istituzionale.


Elba Mappa Comuni

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