L’Iran è un paese molto strano, soprattutto per quanto riguarda la condizione delle donne, che non possono guidare una moto ma possono sedere in Parlamento, che devono indossare il velo ma non rinunciano al chirurgo estetico, (a Teheran c’è una altissima concentrazione di nasi ritoccati dal lifting), che sotto gli abiti tradizionali celano biancheria intima provocante e abiti scollati da esibire in serate clandestine (ma di cui tutti parlano) in cui si bevono alcolici e si ascolta musica occidentale di tendenza. Certo si corre il rischio di un processo e di essere frustati, ma è il prezzo da pagare per manifestare una propria femminilità, frutto di scelte consapevoli e autonome, non imposte in nome di nessuna legge. Anzi forse è proprio grazie all’obbligo del velo che poi si arriva alla minigonna, sia pure nascosta. Il velo infatti ha permesso a molte donne di frequentare università e mondo del lavoro, è diventato quindi uno strumento per raggiungere il Sapere e di conseguenza la consapevolezza dei propri diritti. Non è un caso che sia stata una donna il simbolo dell’ultima rivolta di piazza a Teheran. Si chiamava Neda e rivendicava i suoi diritti di donna mussulmana, forse aveva partecipato a qualcuna di quelle feste, e magari era anche una appassionata di poesia antica come molti suoi compatrioti. Era molto bella Neda, è morta indossando un paio di Jeans e il velo e forse manifestava perché quel velo potesse essere una sua scelta e non un’imposizione. Il seguito nella sezione "Il libro Sara Yalda Il paese delle stelle nascoste Edizioni Piemme € 15,00
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