La carovana antimafia sbarca all’Elba e si porta dietro tanti giovani studenti che in corteo hanno raggiunto la tensostruttura delle Ghiaie. Una manifestazione riuscita e partecipata grazie all’impegno dell’assessore Jessika Muti e degli insegnanti delle scuole elbane. Un messaggio diverso rispetto agli input televisivi, al fracasso mediatico che tenta di delegittimare la magistratura e chi ha fatto della lotta alla mafia la propria ragionne di vita. Un messaggio che trova la sua realizzazione anche nella pratica quotidiana di ogni cittadino. Così anche una vacanza può diventare un’esperienza indimenticabile di servizio civile e lotta alla criminalità. Durante la mattinata sono state presentate le esperienze di ragazzi che hanno partecipato al lavoro nei campi confiscati alla mafia, coltivati dai giovani delle cooperative sociali. L’assessore Muti ha così lanciato la proposta di organizzare una carovana di lavoro, che possa offrire anche ai ragazzi elbani la possibilità di fare esperienza diretta in quelle terre martoriate dalla criminalità, ma riscattate dall’impegno di chi non molla. Presente anche il presidente della Fondazione Caponnetto, Salvatore Calleri, che ha spiegato alcuni mecccanismi di cui si avvale ala criminalità organizzata per arricchirsi e invadere i gangli della società. Calleri, facendo riferimento alla situazione elbana, agli ultimi anni in cui si sono manifestati inquietanti meccanismi mafiosi, ha dichhiarato di essere convinto che il peggio sia passato. “E’ stato fatto tanto dalle forze dell’ordine e molti gruppi campani sono stati scoraggiati da queste iniziative. Resta ancora il problema del riciclaggio, ma l’Elba è riuscita a risollevarsi dagli ultimi anni bui. Non per questo però bisogna abbassare la guardia, rimane il pericolo di una nuova ondata di ritorno”.
carovana antimafia