“I governi non arrestano. I colpi inferti sono opera della magistratura e della polizia giudiziaria, grazie ad indagini avviate sempre in tempi non sospetti”. Nelle parole dell’ex procuratore antimafia Pier Luigi Vigna la sintesi di quello che il COISP sostiene da tempo. Per il segretario regionale Danilo Di Stefano … “occorre misura e senso delle istituzioni” da parte di tutti coloro che rappresentano lo Stato, così come è necessario rispettare le regole costituzionali. <"Nelle parole del dott. Pier Luigi Vigna si riassumono tutti i temi che il sindacato di polizia sostiene da tempo. Necessità di investimenti in uomini, mezzi e strutture per le forze dell’ordine; un nuovo assetto delle forze di polizia per rendere sempre più efficace la lotta alla criminalità comune ed organiz-zata; leggi adeguate per impedire che il lavoro investigativo sia vanificato in sede di giudizio e di ese-cuzione delle pene". Sono queste le parole usate dal segretario regionale del COISP Toscana, Danilo Di Stefano, per commentare le dichiarazioni dell’ex procuratore antimafia, Pier Luigi Vigna, in un’intervista a “Il Giorno”, sul ruolo dei pentiti nei processi di criminalità organizzata, in riferimento alle affermazioni di quei politici che si attribuiscono il merito dei risultati investigativi delle forze dell’ordine e della magistratura. "Condi-vido, senza alcuna riserva, il pensiero del dott. Vigna – dice Di Stefano – quando afferma che “i governi non arrestano, ma che i meriti sono solo della polizia giudiziaria e della magistratura”. I compiti dei governi sono quelli di sostenere l’azione delle forze di polizia e della magistratura con provvedimenti di carattere politico, come il carcere duro per i criminali di qualunque specie, evitando di delegittimar-ne il ruolo quando, ad essere coinvolti, sono esponenti dei partiti>>. Il segretario regionale del COISP Toscana sottolinea come, in questo momento di “confusione di ruoli”, sia necessario ritrovare la misura nelle dichiarazioni pubbliche ed il senso dello Stato – autorevolmente richiamato dal Presidente della Repubblica - che, spesso, sembra non appartenere a chi rappresenta i cittadini. "E’ sconcertante assistere al continuo stillicidio di dichiarazioni contrapposte dei massimi rappresentanti delle istituzioni che si accusano l’un l’altro di essere gli artefici di disegni eversivi il cui fine è quello di colpire chi governa o chi sta all’opposizione. Così come è destabilizzante affermare che i massimi organi di controllo costituzionali siano al soldo di determinati centri di potere quando è evidente che la funzione assegnata loro dalla costituzione repubblicana è quella di far rispettare regole che non possono essere cambiate in rela-zione all’umore di chi governa>>. Di Stefano, più volte intervenuto sul tema dei rapporti tra politica, magi-stratura e forze dell’ordine, ritiene necessario rifuggire dalla tentazione di trovare soluzioni politiche attraverso la via giudiziaria, poiché " … il discredito delle istituzioni e delle persone che le rappresentano non può essere l’unico sistema di confronto politico in quanto, prima di ogni altro interesse, viene il rispetto dell’uomo in quanto essere umano, come più volte ribadito dal Papa. La necessità del rispetto delle regole costituzionali è l’unica strada per evitare derive reazionarie. Ma il rispetto delle regole costitu-zionali vuole dire che tutti devono rendersi conto della necessità di fare i processi nei tribunali, e non nei programmi televisivi; della necessità di considerare le persone innocenti fino a sentenza passata in giudicato; e della necessità di fare le leggi secondo gli schemi previsti in relazione al tipo di modifi-ca che si vuole introdurre, senza spacciare leggi costituzionali per leggi ordinarie".
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