Torna indietro

A sciambere della scemeggiata napopadana

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 08 dicembre 2009

C'è un espressione abusata che non ci è mai piaciuta "il teatrino della politica" anche perchè è venata di quel generico qualunquismo che nella storia dell'ultimo centinaio di anni in occidente ha sempre fatto da concime alle piante velenose delle dittature, dalle sanguinarie e truci a quelle in forma più buffonesca e cialtrona come quella che stiamo vivendo, che però ha una caratteristica di assoluta novità, con l'ometto che si è trovato a dare sfogo alla sua smania autocratica ed autocelebrativa soprattutto perchè chi doveva contrastarlo o almeno temperarne gli eccessi si è politicamente suicidato disintegrandosi. Ed in effetti poi "teatrino" non è neppur un termine calzante perchè puo richiamare alla mente il lavoro di onesti dilettanti filodrammatici, capaci pure di senso della misura nell'uso dell'enfasi scenica. No qui siamo in piena sceneggiata napoletana, o forse in piena "scemeggiata napopadana". Da mesi ormai, ad un giorno o due di contumelie, interne a quella cosa che un nostro amico siculo avrebbe definito "'O buddello 'e Matta" (il casino di Malta), che è il centrodestra, fanno seguito due o tre giorni di "sfranellate da incordazione" (petting così appassionato da generare attacchi di priapismo), con comunicati congiunti, vicendevoli attestati di stima e patti di alleanza forever. Poi qualcuno fa una nuova cazzata (e dai cazzari è difficile aspettarsi altro), e "torna!" giù una pioggia di insulti verso l'alleato, in attesa della nuova pace epocale che si farà tra tre giorni e salterà fra sei. Più che un copione, appunto, un canovaccio vecchio e lezzo da scemeggiata napopadana. En passant, abbiamo avuto un nuova attacco di "saudade democristiana": ci siamo ritrovati a pensare che se un qualsiasi alleato degli antichi centrodestra, si fosse permesso di fare un'equazione, come quella del Calderoli, tra la permanenza dell'arcivescovo milanese Cardinal Tettamanzi nella sede che fu di S.Ambrogio e "un prete mafioso in Sicilia", si sarebbe visto piombare a Milano un Martinazzoli, uno Zaccagnini, un De Mita, un Moro, un Fanfani che lo avrebbero preso per un orecchio e poi spedito nella federalista Svizzera a fare le seghe all'uccellini degli orologi a cuccù, senza toccare terra con un calcio in culo, e la radiazione vita, la scomunica perpetua, dalla politica che conta. Accadrà invece che tra tre giorni tutto sarà sanato e che un simile tamburo continuerà a governare come Ministro della Repubblica e perfino a legiferare come il mirabile "porcellum" elettorale di sua creazione. O.K. il prezzo è giusto, W l'Italia!


sceneggiata

sceneggiata