Noi cittadini dell’Elba vogliamo discutere e partecipare alle scelte che vengono prese, a tutti i livelli, «per» e «sul» nostro territorio. Mi riferisco, tanto per restare ai temi di questi giorni, alla nuova Toremar, o al riuso, e quindi al futuro, delle aree minerarie dismesse e dell’isola di Pianosa. Noi cittadini dell’Elba vogliamo, anzi pretendiamo, di essere ascoltati e non solo “sentiti”. Non è un eufemismo, è una distinzione ben concreta. Certamente dobbiamo muoverci unitariamente, attraverso le nostre rappresentanze istituzionali, con proposte concrete e oggettive. Cioè né populiste né demagogiche, ma capaci di navigare nell’ambito delle normative vigenti, anche se quest’ultime ci piacciono o meno. Faccio l’esempio della «società mista» che per qualche poltrona nel consiglio d’amministrazione, consegnerebbe alle comunità locali la compagnia Toremar con oneri (tanti) e onori (pochi), scaricando (in ogni caso) su noi cittadini dell’Arcipelago i 18 milioni di euro di debiti accumulati a causa della disastrosa gestione di Tirrenia. Mi pare che finora solo gli organismi locali del Partito Democratico hanno proposto all’assessore Conti i “paletti” da inserire nel contratto di servizio: clausola sociale, conferenza orari e autorità di controllo.
miniere terranera