Gentile Redazione, ringrazio anticipatamente per lo spazio che vorrete dedicarmi a queste mie personali riflessioni, riguardo alle recenti proposte di istituire un’area marina di tipo C intorno alle coste dell’Isola d’Elba. Sull’area marina protetta si sono spesi fiumi di parole durante vari incontri, tavole rotonde, convegni, opuscoli ecc. dove è stato sempre evidenziato cosa è consentito, ma mai quello che sarà invece vietato, in poche parole: la pesca subacquea e la pesca a strascico, questa ultima comunque già vietata dalla Legge ad una distanza inferiore alle tre miglia dalla costa nel caso in cui il fondale non superi i 50 metri di profondità. Sinceramente non ho mai capito perché il legislatore consideri il pescatore subacqueo così pericoloso per l’ambiente, eppure scende sott’acqua in apnea (fattore questo non trascurabile), ed è in grado di vedere il pesce, quindi di fare una selezione delle prede da catturare, cosa questa molto difficile per un pescatore munito di palamito o una lenza. Anche l’ordinanza balneare e il DPR 1639/68, sono prevenuti verso il pescatore subacqueo. Infatti, durante la stagione balneare è vietata la pesca subacquea ad una distanza inferiore di 500 metri dalla spiaggia, mentre un motoscafo può “tranquillamente” navigare a soli 200 metri dalla spiaggia, quindi una fiocina sembra essere considerata più pericolosa di un’elica. E’ vero, esistono alcuni soggetti che con il fucile subacqueo pescano di notte, con le bombole e all’interno delle riserve, ed altri ancora proprietari di false imbarcazioni da diporto, perché allestite meglio di un peschereccio, pescare quintali di pesce che sistematicamente viene venduto evadendo anche il fisco. Ma questi non si possono chiamare pescatori sportivi, ma miseri bracconieri, i quali continueranno la loro opera illegale, anche dopo l’istituzione di un’area marina protetta, anzi saranno favoriti, perché ai veri pescatori subacquei non sarà più permesso praticare l’attività sportiva, che per molti elbani rappresenta una grande tradizione. Non dimentichiamoci del Circolo Teseo Tesei, fucina di grandi campioni, tra i Club subacquei più prestigiosi e pluridecorati del mondo, che adesso paradossalmente rischia di essere cancellato. Credo che la tutela dell’ambiente marino all’Isola d’Elba, anche per come è caratterizzato il suo territorio, non si possa fare esclusivamente attraverso l’istituzione di un’area marina di tipo C che comprende tutto il perimetro dell’isola, ma anche e soprattutto con un serio programma di prevenzione e vigilanza. La zona di tutela biologica di Le Ghiaie, insegna… nonostante sia un fazzoletto di mare, dopo oltre 30 anni dalla sua istituzione, non esiste un cartello che segnali la sua presenza, non esiste un progetto per la sua valorizzazione e non parliamo poi della vigilanza. Se questi sono i presupposti per tutelare e gestire 147 Km di coste, allora è il caso di rivedere qualche cosa. Uomini e mezzi delle Capitanerie di Porto ogni anno vengono drasticamente ridotti, e solo grazie alla loro impagabile professionalità e impegno riescono a garantire la sicurezza di chi va per mare, solo per questo motivo, sono purtroppo, sempre meno presenti sul fronte della pesca illegale. Vogliamo tutelare il mare ?! Perfetto, allora iniziamo a vietare le catture di alcune specie di pesce e in determinati periodi, (magari durante la riproduzione) come ad esempio la cernia. Obblighiamo i pescatori sportivi “marittimi” a conseguire una licenza di pesca, come già avviene per la pesca acque interne o per i cacciatori, così forse si potrà evitare anche le catture sotto misura. Considerato che le coste dell’Elba, sono prevalentemente ripide, perché non prevedere una direttiva che vieti la pesca a strascico ben oltre le tre miglia dalla costa. Organizziamo dei convegni, incontri, anche nelle scuole per educare al rispetto del mare. Infine rafforziamo la vigilanza ed appesantiamo le sanzioni per chi viola i regolamenti, senza dimenticarci di chi abbandona i rifiuti cominciando dai mozziconi di sigaretta sulle spiagge. Se vietare la pesca subacquea fosse sufficiente a tutelare il mare, sarei il primo ad attaccare il fucile subacqueo al chiodo, ma forse gli obiettivi che si vogliono raggiungere sono ben altri.
Gorgonie subacqueo fondale