Che all’Isola d’Elba vi siano spinte autonomiste è un fatto innegabile, altrettanto certo è come queste siano state cavalcate dalla destra con notevoli guadagni elettorali. Ma ugualmente vero è come tali aspirazioni siano state tradite, nella prassi e nei fatti reali, dai dirigenti continentali del Popolo della Liberta e dalla Lega Nord. Oramai codesto è un dato inconfutabile. Oggi, casomai, si pone una domanda: com’è possibile incanalare questi desideri in un alveo propositivo e, quindi, costruttivo? E’ un interrogativo a cui le forze progressiste e democratiche isolane, siano esse partiti o associazioni economiche e sociali, devono rispondere in modo serio e ragionato, e questo al di là dei calcoli di bottega. Alcuni anni fa, ne avevo 21, partecipai a un “corso di partito” e il leggendario “barbiere livornese” Armandino Gigli portò l’esempio del campagnolo che al giardino zoologico, mentre girava attorno ad un dromedario, esclamò: “non è possibile che esista un animale così”. Armandino spiegò a noi giovani figicciotti come un dirigente politico deve sempre saper prendere atto della realtà e, di conseguenza, nell'interesse dei cittadini dare le risposte più adeguate.
vignetta cush elbani