Da qualche mese, a Marciana Marina, è in atto un ampio dibattito sul piano regolatore del porto e sulle conseguenze che questo comporta per il futuro del paese. L’Amministrazione Comunale, a parole, si professa democratica e partecipativa, ma poi, nascondendosi in una specie di “segreto istruttorio”, tiene un atteggiamento che di fatto si traduce in un diniego a far partecipare forze politiche e popolazione alla discussione. La sinistra, dal canto suo, invoca chiarezza e democrazia: vuole, giustamente, che il paese ed i suoi abitanti siano direttamente coinvolti in scelte che saranno determinanti per il futuro dell’intera collettività. Come UDC non possiamo che chiedere chiarezza e coinvolgimento popolare. È questa la via maestra della democrazia. Ma la strada intrapresa dall’Amministrazione Comunale sembra un’altra, certo non quella della trasparenza. E questo provoca “voci”, pettegolezzi, illazioni. Si mormora sul gruppo di lavoro incaricato, con allusioni a pranzi, cene e fidanzate. Si mormora sulle cifre che sarebbero abnormi: 30.000 euro per la consulenza giuridica; 60.000 euro per l’impatto ambientale. E al progettista? Si vocifera di 200.000 euro o forse più. Si vocifera anche che il gruppo di lavoro sia trasversale, di ben definita e distinta appartenenza politica: una scelta di convenienza, allo scopo di velocizzare le pratiche, che invece, per la loro natura delicata, dovrebbero essere ben meditate, non solo accelerate. Si mormora anche di coinvolgimenti politici ad alto livello, di consiglieri o assessori di Enti superiori che non si limiterebbero a esercitare le loro normali funzioni di controllo, verifica o altro, ma avrebbero nell’”affare porto” ben altri interessi. Noi non ci crediamo, siamo contrari a questo modo di ragionare, non ci appassiona la dietrologia, ma la realtà è che molte persone sono assalite da dubbi. E i dubbi devono essere spazzati via. Come fare? La via maestra è semplice: - rifare il bando, questa volta veramente pubblico, aperto al mondo intero, al quale possano veramente partecipare le migliori menti, italiane o straniere che siano; - creare una commissione consiliare che collabori con l’ufficio tecnico nella scelta dei professionisti con più titoli; il tutto in assemblee aperte al pubblico; - prendere decisioni alla luce del sole. Clima carbonaro, chiacchiere da bar, pettegolezzi, voci strane, non fanno bene a nessuno. Il paese ha bisogno di decisioni chiare, semplici e cristalline, in vista di un unico interesse: il bene della nostra gente. I dubbi emersi devono essere fugati. Noi non vogliamo credere, e non ci crediamo, che vi siano sotto manovre strane e interessi che non siano quelli dell’intera popolazione.
imbonimento Marciana Marina