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Commento alla multa comminata dal Parco Nazionale a Marco Mantovani

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 27 novembre 2009

L’opinione, di Marco Mantovani profondamente contraria al Parco Nazionale, è nota e non manca di manifestarla anche nella sua recente cronaca degli avvenimenti che hanno portato il Corpo Forestale ad elevargli una sanzione di 344 euro per una infrazione, i cui termini normativi sono altrettanto noti e largamente pubblicizzati. C’ è un punto nel quale è caduto in errore. Quando scrive che il PNAT “ ..in 12 anni non ha neppure trovato la dignità per delimitare i propri confini con delle apposite paline, e forse è meglio così”. Il sottoscritto era presidente del PNAT quando con i soldi appartenenti ai cittadini che pagano le tasse, furono messe paline . Alcune restano ancora , ad esempio a Piane al Canale. Molte sono state vandalizzate, come varie panchine , staccionate e cartelli delle aree di sosta. La parola dignità, è una parola molto importante, ma sono altre le azioni per le quali dobbiamo pretendere che venga onorata. Leggo di “…danni, sprechi e tanta pubblicità a se stesso”; di “ parassitario avanzato” e di rimpianti per non essere andato “ a bloccare i traghetti”. Per il blocco dei traghetti , ognuno ha i propri rimpianti. Al riguardo sarebbe opportuno parlare con qualcuno di quei cittadini elbani che parteciparono alla manifestazione. Loro andarono di fronte alla Magistratura e furono condannati. Chi li aveva istigati, usufruì della immunità parlamentare. Per il resto, posso rilevare che parole come: danni, sprechi, parassitismo e bolla pubblicitaria, esprimono concetti pesanti che colpiscono l’ operato di una istituzione pubblica e la dignità, ora si, delle persone che nel Parco Nazionale hanno lavorato e lavorano. Mi domando quale sarebbe la reazione di Marco Mantovani , un imprenditore che con la sua azienda diffonde il nome dell’ Elba in Italia e nel Mondo, insignito del Gonfalone d’ Argento al lavoro della Regione Toscana, se tali parole generiche , fossero rivolte alla sua azienda ed al suo lavoro. Da parte mia lo invito cordialmente ad una analisi più obiettiva sull’operato del Parco Nazionale, magari andando a consultare i bilanci e gli atti dell’ Ente, prima di lanciarsi in accuse, che a prescindere dalle proprie volontà e consapevolezze, coltivano l’ effimera strada della demagogia politica e del populismo qualunquista. Giuseppe Tanelli P.S.- I tempi nei quali i vigneti arrivavano fino a sotto il Capanne e le “ vie” si percorrevano scalzi, con le scarpe sulle spalle, sono finiti. Sono finiti i tempi del turismo e del dolce rifugio elitario; i tempi durante i quali i paesi dell’ Elba si spopolavano e con pochi soldi compravi case e magazzini, magari ricevendo anche in regalo tre o quattro ettari di pineta o di macchia. Dagli anni sessanta il turismo ed il suo indotto si è esteso, portando benessere diffuso e talora riscatto sociale. Anche dai più lontani paese dell’ Elba sono partiti i primi studenti verso le Università del continente. Il paesaggio e l’ assetto sociale ed economico dell’ Elba si sono trasformati. E’ morta la vecchia agricoltura , sono state chiuse le miniere…sono arrivati i cinghiali. Il territorio elbano si è consumato e cementificato. Ma lo Scoglio resta sempre uno dei più bei posti del mondo. Sono nate giovani imprese agricole, artigianali; di servizi e tecnologie. Dobbiamo attrezzarci ulteriormente per dare lavoro, vita sociale, iniziative culturali, idonei servizi sanitari e collegamenti. Dare speranza. In un mondo in cui i problemi ambientali sono all’ ordine del giorno e il turismo ecologico e artistico è una fetta importante e qualificata della domanda, il Parco Nazionale è stato e resta un presidio per conservare e promuovere la natura e la cultura dell’ Elba e dell’ Arcipelago.


tanelli giuseppe

tanelli giuseppe