Caro Sergio Rossi, la sinistra moderna è una destra peggiorata. Leggendo gli ultimi "A Sciambere" questa mia personale convinzione trova un valido supporto nelle Sue parole che nel panorama della sinistra locale mi ricordano sempre più la voce di quello che "gridava nel deserto". Sono sempre stato un convinto anticomunista perchè non mi riconosco nel modello sociale che questa ideologia propone e ne ho sempre avversato i sostenitori, soprattutto quelli che rappresentavano la materializzazione della famosa barzelletta delle due biciclette nella quale il Compagno di turno si professa pronto a rinunciare a tutto ciò che non possiede facendo però una dovuta eccezione al profilarsi dell'eventualità di cedere un pur piccolo privilegio di cui veramente gode (le due biciclette appunto). Ma tralasciando ciò che del comunismo non mi piace, altrimenti la farei troppo lunga, riconosco altresì la bontà di una non trascurabile parte delle idee e dei principi che a questa ideologia possono ricondursi. Purtroppo devo amaramente constatare che l'evoluzione della maggior parte degli ex "Compagni" li ha portati verso una deriva acefalmente mercatista che non trova nessuna spiegazione nelle radici politiche e culturali della Sinistra italiana. Questi ex-Comunisti che "la Regione non vuol fare l'armatore" sono davvero dei trinariciuti di Guareschiana memoria per i quali i dettami di partito venivano presi alla lettera per cui non si sono mai presi la briga di capire cosa stavano dicendo o sono semplicemente rincoglioniti (se non rinsaviti ammettendo che coglioni lo fossero stati prima)??? Personalmente non credo a grossi conflitti di coscienza, robabilmente pensavano (dicevano di pensare) ciò che gli conveniva così come ora professano ciò che gli conviene. Cari privatizzatori diportisti da water-front, vi preferivo quando parlavate di lotta di classe, di Che Guevara e del Compagno Popov; almeno eravate originali, invece così assomigliate ad una scopiazzatura fatta male del vostro "peggior nemico". Caro Sergio Rossi, non sono stato Profeta come Lei perchè io non avevo ffatto previsto che i Comunisti mi sarebbero mancati così tanto; però, come Lei, posso dire di sentirmi tanto preso per il culo! Dario Pozzi Caro Pozzi io invece credo che comunisti si può ancora e soprattutto si potrà ancora essere "con il cuore che batte leggero" quando e se la società si sarà così evoluta da ridurre all'accettabile il quid di egoismo che c'è in ognuno di noi, ma sarà forse questione all'ordine del giorno per qualche generazione futura, se un giorno finirà questa era degli imbecilli autolesionisti che fanno a pezzi l'astronave sulla quale viaggiano, e di generazioni future di Homo sapiens sapiens si potrà parlare. Veda Pozzi quella delle due biciclette è una (divertente) barzelletta; la realtà (posso testimoniare) era un'altra, la realtà era quella di un partito profondamente (perfino troppo) etico, che sì,avrà pure preso i soldi da Mosca (come tutti gli altri prendevano soldi dalla CIA e dagli USA), ma anche dove tutte le indennità di carica, perfino i gettoni di presenza in consiglio comunale (e i compensi ricevuti - sembra paradossale - come collaboratori dell'Unità) finivano nelle casse del Partito. Era quella un'aggregazione umana nella quale era coltivato il senso del pudore, dove era peccato mortale perfino autoproporsi alla gestione della benché minima responsabilità, dove il disinteresse personale rispetto all'essere uomini o donne di potere andava dimostrato ogni giorno. E l'austerità talvolta sconfinava in un perbenismo bacchettone. Io e la mia signora in un certo passaggio, negli anni 70, fummo fatti fuori da un Comitato di Zona per il pubblico scandalo che davamo con l'avere una relazione senza essere canonicamente e regolarmente fidanzati. Io non vagheggio un ritorno a quello stile monacense o almeno non a quei livelli, ma un tornare ad uniformarsi all'austerità di Berlinguer come scelta e linea di vita, sì. Il dramma della sinistra e che non c'è una cultura di sinistra ma solo una somma di individualismi culturali, se si vuole essere alternativi al berluscoglionismo vacuo, festaiolo, velinaro, nazionalista, campanilista, egoista, consumista e disimpegnato, la strada è solo quella del tornare ad essere diversi a tornare a parlare di solidarietà verso il prossimo (immigrato o cassaintegrato), a proporre modelli di vita a basso impatto ambientale, a cancellare l'espressione "sviluppo compatibile" e a parlare di "decrescita felice come crescita qualitativa della vita" Soprattutto deve esserci un progetto capace di legare le intelligenze diverso da quel PD portato al macello da Veltroni E per quanto riguarda l'esercizio del potere occorre non dare l'impressione né far sorgere sospetti che chi governa e fa scelte pubbliche per conto della sinistra, non ci guadagni nulla MAI, con l'avvertenza aggiuntiva che pure la moglie di Cesare, ma anche la ganza di Cesare devono stare sopra ogni sospetto. Insomma più che di quelli "usi ad obbedir tacendo" io temo (per tornare ai Suoi riferimenti) i collezionisti di biciclette. A Lei mancano i Comunisti, a me pensi, perfino i Democristiani ed i Liberali d'un tempo.
Biciclette a campo