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Scoperti da Silvestre Ferruzzi i ruderi della Chiesa di San Benedetto a Pomonte

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 22 novembre 2009

«Era la chiesa parrocchiale della terra di Pomonte.» Così, nel 1814, lo storico Giuseppe Ninci forniva l’unica documentazione storica sull’esistenza della chiesa romanica di San Benedetto (XI-XII secolo), presso lo scomparso paese («terra») di Pedemonte, che si trovava a 460 metri di altitudine nella località non a caso ancora oggi chiamata «La Terra». Il paese di «Pedemonte» (con tale nome è citato nel Duecento), che per altitudine sul livello del mare era il più elevato di tutta l’Elba medievale, viene ricordato in documenti pisani del 1260, poiché era debitore – come altre comunità elbane – del tributo di alcuni falconi da caccia all’arcivescovo di Pisa, città che a quel tempo governava l’isola. Nel Trecento, poi, il nome del paese si trasforma in «Pomonte»; la distruzione di questo abitato montano avvenne per mano dell’armata turca di Dragut (agosto 1553 e luglio 1555), alleata con l’esercito francese di Francesco I contro la Spagna di Carlo V e, di conseguenza, contro Cosimo de’ Medici che deteneva il dominio di gran parte dell’Elba. I ruderi della Chiesa di San Benedetto (42°45'45.8" Nord, 10°08'30.2" Est) sono stati rintracciati ieri 21 novembre per merito delle ricerche storiche condotte da Silvestre Ferruzzi e grazie all’aiuto materiale fornito da Susanna Berti, Fausto Carpinacci, Umberto Segnini, Giuseppe Giangregorio, Sergio Galli, Angiolino Galeazzi, Giampiero Costa, Gian Mario Gentini e Davide Berti, sulla base delle preziose indicazioni avute da Giuseppe Testa, l’unico abitante di Pomonte che ricordava l’esistenza della struttura. Si racconta che nei pressi della chiesa, durante lavori agricoli, si rinvennero numerosi manufatti tra cui un crocifisso metallico, diverse monete e una sepoltura coperta da lastre di pietra. Tutta la zona era anticamente coltivata a «grano marzolino», cereale molto resistente alla siccità che veniva seminato in primavera per evitare le gelate invernali, secondo un uso ricorrente in tutte le aree montane d’Italia. «La scoperta di questa chiesa – commenta l’arch. Silvestre Ferruzzi – non esattamente orientata rispetto al consueto asse simbolico est/ovest (abside rivolta a Gerusalemme e al Sole nascente di Cristo) e le cui dimensioni sono di circa 11 x 4 metri, fu trasformata in un «caprile» modificandone l’aspetto originario ed eliminando l’originaria muratura in «blocage» di calce, come avvenne anche per la chiesa di San Frediano al Tròppolo. Una piccola porta si apriva forse sul lato destro, verso la vallata; colpisce l’accurata lavorazione delle bozze in granito presso la spalletta absidale, dove tra l’altro si osservano numerosi frammenti delle lastre di copertura in ardesia. L’individuazione di questa chiesa costituisce un importantissimo tassello che mancava alla storia dell’Elba medievale, e che viene a completare il quadro degli edifici religiosi romanici presenti nel settore occidentale dell’isola. L’intera vallata di Pomonte, tra l’altro, conserva alcuni toponimi (Le Monacelle, Le Monacesche, Aia alli Preti, Il Santo) che sembrerebbero evocare, forse nei pressi della chiesa di San Biagio, la possibile presenza di un piccolo complesso monastico. La chiesa di San Benedetto – insieme a quelle di San Frediano, San Bartolomeo e San Biagio – potrà essere inserita a pieno titolo in un percorso tematico sulle “Vie della Fede” già presentato al Comune di Marciana, e permettere così agli abitanti di Pomonte di riappropriarsi della propria antica storia»


Chiesa San Benetto Pomonte Ruderi 1

Chiesa San Benetto Pomonte Ruderi 1

Chiesa San Benetto Pomonte Ruderi 2

Chiesa San Benetto Pomonte Ruderi 2

chiesa di san benedetto ruderi

chiesa di san benedetto ruderi