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Controcopertina: Quella dei Monaci a Pianosa non era un'idea proprio bislacca

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 17 novembre 2009

Ho letto un po’ in ritardo lo scritto di Walter Tonietti su Pianosa. Vedere una Comunità Monastica che da tempo opera nella agricoltura biologica, artigianato e nel volontariato risiedere nell’ isola, non credo fosse “ una idea bislacca”. Una occhiata alle pagine di www.monasterodisantachiara.org, può essere utile. Componenti integranti dell’idea erano il coinvolgimento di Banca Etica ed il “Carcere verde” teso, attraverso il lavoro retribuito previsto dalla legge, al recupero sociale di detenuti. Vennero firmati documenti con tutte le istituzioni interessate (Ministeri, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comunità Montana, Comune di Campo, Parco Nazionale, Comunità Monastica); vennero dettagliati i progetti operativi e i Monaci arrivarono a Pianosa. Non erano molti, ma era un primo passo assieme al turismo ecologico e alle attività didattiche e scientifiche, per dare un futuro percorribile di residenzialità estesa a tutto l’anno. Era l’ estate del 2000. Non credo proprio che quell’ idea, per la quale in tanti lavorarono, fosse una “ idea bislacca”. Sicuramente non era una idea originale. Si ispirava alla realtà dell’ isola di Saint-Honorat di fronte a Cannes. A Pianosa era stato riposto un seme di speranza. Purtroppo non abbiamo voluto o ci siamo dimenticati di innaffiarlo. Comunque questo è acqua passata. Resta aperto il futuro di Pianosa e le sue più o meno pericolose ed estemporanee destinazioni. Una cosa è certa: non accetto, come tanti comuni cittadini, che lo stato e la politica ( con iniziali minuscole o maiuscole che siano), abbiano chiuso il carcere di Pianosa, e come per Capraia, abbiano buttato via le chiavi. Magari per ritrovarle in occasioni di aste patrimoniali, centrali nucleari e supercarceri.


pianosa roccia

pianosa roccia