Finalmente siamo in autunno inoltrato e, a Longone, gli anziani, le mamme e i bambini, non avranno più il problema di cercare un angolo fresco per sopravvivere al caldo. Il paese, per scelte estetico-coloniali dell’amministrazione comunale, sembra diventato un avamposto di Tripoli; palme, palme, palme e ancora palme, dimenticando il famoso adagio secondo il quale “il troppo storpia” o “stroppia” e il gusto del giardino classico italiano che vede la palma, purchè singola in un gruppo di alberi, come la regina. A Longone l’unico angolo ombroso , un filare di quattro lecci davanti al Bar Elba, vede gli anziani seduti sulla ringhiera di protezione, poggiando il culo su tavolette di legno fatte artigianalmente. Neanche i parcheggi si sono salvati dal gusto arboreo dominante: davanti alla Conad il grande parcheggio, piantumato a palme, non offre ombra neanche alle macchine in sosta. Che nostalgia per le verdeggianti robinie, gli ombrosi platani, le fresche acacie, le profumate magnolie….. Ma ora esiste una soluzione. E’ il “punteruolo rosso” che, partito dalla Campania è già arrivato fino a Civitavecchia. Nella foto allegata vedi il risultato che il simpatico animaletto produce sulle palme: le colpisce dall’interno e, piano piano, le distrugge. Immagina l’effetto sul lungomare di Longone, il necessario espianto, nuove piante che riportino il paese ad una immagine più tradizionale, con gli anziani seduti sulle panchine, in piazza, sotto grandi platani o odorosi pini. Mi esalto talmente all’idea che mi viene voglia di portarlo io, un bel gruppetto di punteruoli rossi da qui, da Roma, dove, purtroppo, le POCHE splendide palme secolari nei villini d’epoca sono in fin di vita o definitivamente morte. saluti Daniela Pase Per iniziare la sconsiglio di mettere in atto il suo proposito ecoterrorista di importatrice di punteruoli e di essere un po' più comprensiva verso le debolezze umane. Veda signora in ognuno di noi c'è sempre un bambino, ed anzi il fanciullo torna ad emergere man mano che la nostra età si fa più grave (e non a caso si parla di rimambimento) è allora che recuperiamo i sogni infantili e tendiamo a realizzare più in grande quello che non ci hanno magari traumaticamente impedito di fare. Silvio giocava in giardino inzaccherandosi e aveva posto uno stecco tra le sponde su un gorello d'acqua frutto di una pioggia estiva sullo stecco camminavano le formichine e silvio si beava della sua opera quando la Sciura Rosa fece irruzzione ghermi il pargolo piangente e con un piede scrudele distrusse il ponte. Per questo ora che è alle soglie della quarta età quel ponte lo vuole fare, costa troppo per un paese in ginocchio economicamente come il nostro, è pericoloso perché nulla assicura che stia ritto con una scossa appena un po' più forte di quella registrata là un secolo fa, non serve a un piffero perche collega il niente strutturale col nulla viario, ma lui lo vuole fare lo stesso e sogna già che lo chiameranno Ponte Silvio Berlusconi. A Maurizio probabilemente la befana e babbo natale non gli portarono mai la scatola dei giochi dove c'era anche dentro la roulette ... da grande s'è fissato col casinò e non lo smonta nessuno, neanche le valutazioni delle schifezze umane e non che le case da gioco si portano appresso (sciacquamone dell'altri di sordi lezzi), e se manca un albergo a 5 stelle per ospitare il casinò dice che non c'è problema si farà .. sembra il Pagnini quando in consiglio comunale disse "E se na cosa non si pole fare noi co 'na telefanata a roma la potemo fa polere!" colpa dell'elettori vaporini che tra un po' lo eleggono duce. Tutto è finalizzato al sogno di casinoistico signora. Mi dirà lei a questo punto: ma che c'entrano le palme? Rifletta qual'è il più famoso casinò d'Italia, al quale il casinò insulare dovrebbe ispirarsi e far concorrenza? Ma il Casinò di San Remo! E come è definita e rappresentata nell'immaginario collettivo la città di San Remo? Con due appellativi o "la città dei Fiori" o "la città delle Palme" ... Lungone può essere da meno di San Remo ? (PS la fotografia è quella di una palma nana l'unica endemica sul territorio elbano (e forse europeo) un po' mezza sega insomma, ma genuina)
palma nana e schiuma di mare