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A Sciambere del console, dell'aviatore e dello svizzero sahariano

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 14 novembre 2009

Ciao Sergio, negli articoli della lega nord padania, mi sembra di rileggere i racconti di Carlo Manzoni, che come il suo omonimo scriveva libri. Uno fra i tanti era "Cinquanta scontri col signor Veneranda", che mi faceva ridere a ,crepapelle. Anche il bensa ci riesce, ma lui non lo sa che ha un talento da "ridere"? un saluto pad_ano... effebi Caro Sergio, i pochi anni che anagraficamente ci separano hanno fatto sì che ignorassi l’esistenza della canzoncina da te inserita a chiosa dello spassossimo comunicato della Lega Nord. Sapevo dei trascorsi amministrativi portoferraiesi del dott. Pacini, ma il primo sindaco di cui conservo ricordo diretto è Giovanni (si chiamava Giovanni?) Cecchi. Ripensando a quei tempi, e a quelli immediatamente successivi, mi sono ricordato di uno dei tanti personaggi che, all’epoca, popolavano la nostra cittadina e alimentavano le nostre serate/nottate sotto il tendone del Bar Roma. In particolare ne ricordo uno, un ragazzo poco più grande di me, che, godendo di una presenza gradevole, abbordava le turiste spacciandosi per ambasciatore o console o chissà cos’altro ancora, francesisazzando o inglesizzando il proprio nome a seconda delle esigenze. Non mancando poi, in qualche occasione, di farsi beccare il giorno dopo in tenuta da lavoro, sporco di grasso, su una bicicletta rugginosa. Ricordo ancora la risata potente del Generale quando raccontava questi episodi. Da qualche tempo quel nome lo leggo spesso nelle cronache politiche elbane, rigorosamente nella sua versione italiana. Mi chiedo, e ti chiedo: semplice omonimia? Saluti fornacettesi Marcello Cimino Caro Fabrizio Sarei propenso a definire involontaria (e di conseguenza ignota al portatore) la vis comica del personaggio di che trattasi, appiccicando però al tutto un sintetico un ragionamento: I comici involontari vanno bene finché non contano un cazzo, quando prendono il potere e diventano Hitler, Mussolini, Saddam o anche solo Berlusconi il riso diventa amaro. Caro Marcello Ho apprezzato l'espediente narrativo ma, da ferajese profondo come sei, non ti è concesso di fingere di non sapere che il personaggio di che trattasi è la naturale evoluzione del giovane le cui gesta ricordasti. Ciò premesso ti invito ad un po' di indulgenza che quanto a "vitellonismo" molti scheletri sono seminati negli armadi di anche serissimi ferajesi. Come dimenticare l'imbianchino spacciatosi per pilota d'aereo, che fu beccato dalla fanciulla che aveva circuito la sera precedente, e mentre lavorava sui ponteggi di un palazzo si sentì chiamare dal basso "Aviatore .. sempre per l'aria vedo!" Ti ricordo a tal proposito anche l'uscita di un altro personaggio dell'epoca, quel tale mio coetaneo che chiamavamo "l'Americano" che un giorno stava scorrazzando con uno spyder rosso (un'alfa romeo mi pare) presa in prestito da uno svizzero. Con quell'auto raccolse un'autostoppista nordica con la quale iniziò a "fare il grande". La ragazza che aveva notato la targa elvetica ne chiese ragione. "Ah perchè io so' Svizzero!" "Ah sì - chiese l'autostoppista - e di dove?" "Di Innsbruck" "Ma è in Austria Innsbruck!" "Si scusa, mi confondo sempre ... volevo di' di Tobruck!" Disse l'ineffabile Americano riparando nel deserto Africano. E' vero che crescendo si cambia ma resta ancora parzialmente valida una sentenza un po' tranchant di Tardò (capostipite) che recitava "Se sei tonto si vede da piccino", così la memoria oltre a provocarci divertimento ci aiuta a collocare le persone (o a spedirle) dove è più giusto.


deserto

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