Cronache del giorno dopo l'incendio

Lo sbigottito giorno dopo l'incendio assassino. Gli elbani che improvvisamente si sono ritrovati per una incredibile serie di eventi tutti negativi al centro dell'interesse dell'Italia che torna dalle ferie. Gli Isolani che iniziano a mal sopportare i notes dei cronisti e le telecamere della TV. Tra un po' cambieranno canale anche quelli che si passavano la voce dal soggiorno alla cucina ".. vieni c'è l'Elba in televisione" entusiasti per qualsiasi pinzillacchera: l'ennesimo show di due minuti sulle bellezze naturalistiche dell'isoletta felice, la cornice elbana di una trasmissione evasivo-demenziale di mediaset, un orrendo spot promozionale o il passaggio in video di qualche naftalinosa gloria locale. Ed oggi lunedì 1° settembre 2003 incendio su questo contenitore di attenzione dei camerati di merende in elicottero, dei poliziotti mondani e delle mondane comunità, degli indagati prefetti edificanti, dopo l'incendio che ha carbonizzato una vita umana cala un'altra notizia destinata a tenerci su alti nei sommari anche nella carta stampata di martedì: "La DIA ha deciso di interessarsi degli incendi all'Isola d'Elba - Le indagini saranno compiute dai Carabinieri dei ROS" E' una mezza bufala ma ci vuole un po' per capirlo: in effetti la DIA ha competenza e possibilità di scavalcare le Procure per tre tipi di reato: Associazione mafiosa, Associazione eversiva, Traffico di stupefacenti. Niente a che vedere ci pare con gli eventi isolani legati all'incendio doloso con morto di domenica su cui indagano i Carabinieri della Compagnia dell'Isola d'Elba. La realtà è un'altra: già da tempo il Procuratore Antimafia aveva aperto indagini per individuare su tutto il territorio toscano le aziende in odor di mafia o ad essa organiche, che hanno tentato di entrare nel business dei rimboschimenti e dei lavori boschivi, l'Elba c'entra perchè è Toscana, tutto lì, ma l'Elba scrigno settimanale del malaffare "tira" fa notizia. Fa meno notizia (ma fa tristezza) quel povero cagnone che ha perso nell'incendio la padrona e la compagna, il Terranova, recuperato dalle G.A.V. è stato affidato ad un privato: Marino Tesei di S.Ilario, un canile pubblico all'Elba non c'è più, grazie alla lungimiranza degli ora divorziati Ageno e Fuochi. Ma ritorniamo indietro nel tempo e con le immagini all'origine della tragedia: la foto qui accanto ritrae uno dei punti d'innesco del fuoco assassino di domenica. Ci è utile per parlare delle indagini, di cui sappiamo solo che sono in corso, serrate e probabilmente abbastanza indirizzate. Non crediamo sia sfuggito agli inquirenti l'alto senso di sfida che l'incendiari hanno voluto dare stavolta al loro gesto criminale, ne parlavano già i coordinatori dell'antincedio ieri, ne parla Legambiente nel suo dossier che riportiamo in controcopertina di questo numero di Elbareport: hanno appiccato il fuoco a qualche decina di metri dall'elicottero dell'antincendio, ad un tiro di schioppo dalla sede operativa del più forte ed organizzato gruppo di protezione civile dell'Isola e dei Vigili del Fuoco Volontari, hanno rischiato di farsi beccare. Una firma dunque, così come lo sono agli elementi di conoscenza del territorio e quella del gioco dei venti dimostrate in queste ed altre occasioni. La firma di un gruppo di sciagurati che dicono di vivere ogni loro giorno in mezzo a noi, è chiaro per quanto è duro ammettere che tra i nostri concittadini ci sono degli assassini E su l'agognatissima cattura degli incendiari c'è un'aspettativa enorme da parte degli isolani, una tensione di massa che finisce per produrre anche anche dei miraggi, e così quando nella mattinata di lunedì, nella zona retroportuale portoferraiese qualcuno ha visto una volante prelevare un uomo, probabilmente per un normale controllo di polizia, si è diffusa la voce dell'arresto di un incendiario che ancora continuava a circolare in serata. Ma prima o poi li prenderanno davvero, questa volta dobbiamo e vogliamo crederci.

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