«Il territorio della Toscana risulta sempre più a rischio di deindustrializzazione in modo particolare i comparti della componentistica auto e del manifatturiero stanno conoscendo momenti di grave crisi e per quanto riguarda le aziende multinazionali la loro permanenza è condizionata dalla capacità del territorio di offrire soluzioni attrattive e queste non ci sono. Mancano dalla Regione finanziamenti finalizzati e politiche attive mirate. Non c’è un’integrazione effettiva tra i tre porti toscani (Livorno, Piombino, Carrara) tanto che avevo proposto, inascoltata, la costituzione di un consorzio dei porti toscani per avere più competitività nei confronti dei cosiddetti porti concorrenti liguri e laziali. Il sistema portuale è dunque deficitario e i piani regolatori stentano ad essere elaborati. Manca una sinergia tra l’interporto di Livorno e quello di Prato ed in particolare l’interporto livornese è una cattedrale nel deserto staccata da tutto e, solo grazie all’intervento del governo nazionale che ha stanziato 26 milioni di euro, verranno realizzate le infrastrutture necessarie. Dobbiamo pensare ad un fondo speciale per i territori più problematici, penso alle isole minori, penso all’Isola d’Elba, territori insulari e, quindi, con esigenze e necessità maggiori. La Giunta di centrosinistra è malata di convegnite, l’assessore regionale ha partecipato ad un importante convegno sulle isole minori dove è emersa la necessità di stanziare fondi per le isole minori, ma la Regione Toscana ad oggi niente ha fatto. E’ indispensabile attivare il sistema bancario per agevolare e velocizzare l’accesso al credito per le piccole e medie imprese. Ma anche Fidi dovrebbe esaminare più celermente le richieste presentate dalle imprese. La Toscana, rispetto all’Emilia Romagna, al Veneto, al Piemonte, alla Lombardia (regioni più o meno omogenee per la realtà economica) è la più in crisi e questo perché l’intervento anticrisi messi in campo dalla Regione Toscana sono insufficienti, i soldi sono dati a pioggia, senza ottimizzare, senza razionalità. Le misure adottate della Regione non sono risultate efficaci perché sono mancati gli interventi strutturali ed i risultati si ottengono nel tempo e con il tempo, non all’ultimo momento con una manciata di spot elettorali. Siamo perciò in forte ritardo in questa Toscana “infelix” e un po’ dormiente». Il consigliere regionale di An-Pdl Marcella Amadio, durante il dibattito in aula relativo alla crisi economica toscana, ha chiesto che la Regione Toscana stanzi un fondo economico speciale per l’Isola d’Elba il cui territorio, proprio per la sua insularità, presenta delle esigenze e delle necessità maggiori rispetto al territorio continentale. «Dobbiamo pensare ad un fondo speciale per i territori più problematici –afferma Marcella Amadio – penso alle isole minori, penso all’Isola d’Elba. Fondi che vadano ad incentivare il turismo balneare, convegnistico e legato ai beni artistici e al circuito museale. Fondi per la valorizzazione del territorio e per l’agricoltura di nicchia. Un fondo speciale per un ospedale più efficiente e più vicino alle necessità dei residenti. Realizzare, infine, quella continuità territoriale indispensabile per garantire agli elbani le stesse opportunità di chi risiede nel continente».
Marcella Amadio