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Controcopertina - Legambiente: Dossier incendi, un disegno criminale e assassino

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : lunedì, 01 settembre 2003

Dopo 18 anni, Il 31 agosto il fuoco è tornato ad uccidere all’Isola d’Elba. Questa volta è stata assassinata una Signora colpevole solo di aver scelto la nostra isola per le sue vacanze. I due omicidi, 5 ragazzi nel 1985 e una Donna e il suo cane in questo orribile 2003, sono avvenuti in due località (Baccile e la strada di Sant’Ilario) che si guardano dai due versanti della stessa valle: quella della Pila a Campo nell’Elba. Gli Assassini che distruggono l’Elba col fuoco stanno alzando il livello della loro dissennata sfida alle forze dell’Ordine, ai volontari antincendio, agli elbani inorriditi per quello che sta succedendo. Dopo il gigantesco incendio che ha distrutto oltre 650 ettari tra Sant’Ilario, San Piero e Seccheto, i terroristi del fuoco hanno voluto far vedere che hanno il pieno controllo del territorio: l’incendio nel quale è stata uccisa la Signora Trentina è stato appiccato in una zona a poche centinaia di metri dalla sede dell’organizzata ed efficiente Protezione Civile di Campo nell’Elba e proprio accanto all’aeroporto della Pila, dove staziona l’elicottero antincendio della regione Toscana. Un atto freddamente calcolato che dimostra conoscenza degli effetti devastanti del vento su un certo tipo di vegetazione e territorio. Ancora una volta il fuoco è stato appiccato vicino alle case, per fare più male possibile, questa volta gli assassini incendiari hanno spento con le fiamme la cosa più preziosa: una vita umana. Ma l’Elba è stata ormai devastata da queste bande di criminali che odiano l’ambiente e chi lo difende, che con il fuoco vogliono distruggere l’economia turistica dell’Isola d’Elba. L’Elba è sempre stata terra di incendi, ma è a partire dagli anni novanta, con la discussione e le proteste contro l’istituzione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, che il fuoco percorre sistematicamente migliaia di ettari distruggendo boschi e macchia mediterranea, pinete e garighe di montagna, uccidendo miliardi di esseri viventi e provocando danni per milioni di Euro ed un dissesto idrogeologico che sta mettendo in pericolo intere zone dell’Elba. Sembrano realizzarsi le minacciose scritte sui muri e sui cartelli che annunciavano “Parco Nero”, “Come lo volete il Parco, verde o nero?”, “Faremo il Parco nero”. Forse è da li che nasce questa lucida follia omicida che ha trasformato l’originale odio contro l’Area Protetta di una scheggia impazzita del movimento antiparco (squagliatosi nel 1996come neve al sole), in una sfida criminale di un pugno di persone alla Forestale, ai Vigili del Fuoco ed alla Protezione Civile. Ma anche noi pensiamo che l’ormai estinto movimento antiparco abbia poco o nulla a che vedere con le folli motivazioni che oggi hanno spinto gli incendiari fino a compiere un omicidio. Ecco la carta degli incendi più grandi dal 1990 ad oggi: Gli incendiari preferiscono Campo Ma è analizzando i dati degli incendi degli ultimi anni che si ha chiara la percezione di un disegno preciso, di un’azione concordata di pochi criminali che marcano il territorio con il fuoco per riaffermare una sorta di controllo tribale sull’ambiente, una vera e propria sfida ai volontari antincendio, non ci sembra un caso se tra il 2.000 ed il 2001 (abbiamo escluso il 2002 perchè le abbondanti piogge estive hanno reso vana l’opera terroristica degli incendiari) su 70 incendi ben 50 sono stati appiccati nel Comune di Campo nell’Elba, dove esiste la più numerosa ed attrezzata squadra di Protezione Civile dell’Elba, i Vigili del Fuoco Volontari e ha base l’elicottero della Regione Toscana. E’ anche evidente che non si può parlare solo di piromani o di folli venuti da fuori. Analizzando i grafici che vi proponiamo (elaborazioni su dati della Protezione Civile di Campo nell’Elba che alleghiamo) è chiaro che gli incendi non sono esclusivamente un fatto estivo ma vengono appiccati anche in primavera o addirittura in inverno approfittando di periodi di siccità e forte vento. Così come è chiaro che gli assassini incendiari hanno una grandissima conoscenza del territorio, percorrono sentieri nascosti e poco conosciuti che permettono loro agevolmente di fuggire, conoscono le mosse delle forze antincendio e si muovono facilmente nelle vicinanza dei centri abitati e senza destare sospetti, in località spesso isolate dove gli estranei vengono immediatamente notati. Nel 2003 il trend si conferma: la zona più colpita è quella di Campo nell’Elba e gli incendi più gravi partono dalle colline intorno a San Piero – Sant’Ilario e alla Pila. E’ Probabilmente qui che vanno cercati i terroristi del fuoco e gli assassini. ELBA: INCENDI ANNO 2.000 ELBA: INCENDI ANNO 2001 Le (non) cause Qualcuno, per dare una spiegazione razionale a questa lucida follia criminale, ha accennato all’industria dell’antincendio, alla speculazione edilizia, alla caccia ed alla pastorizia come possibili cause di questa criminale devastazione di un’isola. Non crediamo sia il caso dell’Elba. Spegnimento incendi le operazioni di spegnimento vengono effettuate da volontari, Forestale, Vigili del Fuoco ed Operai della Comunità Montana, tutti questi soggetti non hanno alcun interesse a far bruciare l’Elba, non ci guadagnano una lira e si espongono a fortissimi rischi. La Regione Toscana ha presente un proprio elicottero all’aeroporto della Pila, solo in casi gravi intervengono i canadair. Rimboschimenti L’Elba è un’isola ricca, senza disoccupazione estiva, non esiste il problema di dare lavoro attraverso i rimboschimenti. Attualmente operano due cooperative che fanno lavori di forestazione, tutte e due non hanno interessi nello spegnimento degli incendi, mentre i rimboschimenti sono visti come lavori sporchi, disagevoli e che non producono guadagno. Con l’avvento del Parco le due Cooperative hanno incrementato il personale lavorando soprattutto alla pulizia e manutenzione di strade e sentieri, al recupero idrogeologico, al ripristino ambientale, tutte attività molto più agevoli e redditizie e che gli incendi vanificano. Si pensi solo che nell’area percorsa dall’incendio di inizio agosto doveva sorgere un impianto di orienteering che difficilmente verrà realizzato o che il fuoco ha devastato decine di chilometri di rete sentieristica per la quale per anni non saranno necessari interventi di rilievo. Inoltre la necessità di intervenire sulle aree distrutte dagli incendi distoglie fondi e risorse da altri lavori urgenti (e più redditizi) come la bonifica ambientale delle foreste demaniali della Regione Toscana che negli anni passati sono state devastate da nevicate e forti venti: un lavoro enorme di recupero ambientale che avrebbe bisogno di un cospicuo investimento economico e che non riesce a partire. Edilizia La legge regionale e quella nazionale impediscono di costruire nelle aree percorse dagli incendi. Anche se all’Elba non esiste un catasto delle aree incendiate (escluso Campo nell’Elba), questi vincoli sono stati fino ad ora rispettati. Spesso gli incendi vengono dati al confine o all’interno del Parco Nazionale, in aree già inedificabili e che tali rimarranno. Quindi è da escludere la speculazione edilizia quale movente. Caccia Non è certamente un vantaggio per i cacciatori appiccare fuoco: l’ultimo grande incendio ha distrutto un’area aperta alla caccia ai confini del Parco Nazionale dove, per molti anni, non si potrà più esercitare l’attività venatoria. Gli incendiari danneggiano fortemente anche gli interessi dei cacciatori e distruggono territori con importanti presenze faunistiche-venatorie (lepri, fagiani, cinghiali, pernici...) ed essenziali per la sosta dei migratori. Pastorizia All’Elba questo problema è praticamente inesistente (forse esiste nella zona del Volterraio). La pastorizia è scomparsa ed i caprili abbandonati. L’unico pastore ancora esistente a San Piero ha avuto notevoli danni proprio a causa degli incendi. Inoltre, il Decreto Istitutivo del Parco favorisce le attività agro-silvo-pastorali presenti. Serial Killers dell’Ambiente Noi siamo convinti che le cause degli incendi, di questa lucida follia omicida che ha devastato una delle isole più belle del mondo, vadano cercate altrove, in un intreccio di ignoranza e ferocia tribale che però si serve di mezzi moderni per colpire con la maggiore efficacia, in un odio insensato verso l’ambiente e chi lo difende, in una completa indifferenza verso il benessere degli elbani legato al turismo ed alle bellezze paesaggistiche che questi criminali distruggono da anni con una metodica ed organizzata azione terroristica. E, se si prende per buona la teoria di un manipolo di pazzi incendiari, allora siamo certamente in presenza di delinquenti più simili ai serial killers con un preciso disegno in testa, che al pazzerello occasionale che da fuoco per divertimento.


incendio gentini 710 7

incendio gentini 710 7

grafico incendi 1

grafico incendi 1

grafico incendi 2

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grafico incendi 3

grafico incendi 3

grafico incendi 4

grafico incendi 4

grafico incendi 5

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