Su Greenreport di ieri è apparsa un'intervista di Claudio Passiatore a Robert Groitl l'ecologista a capo della spedizione di Green-Ocean ospitata dalla MS Thales che si trovò ad incrociare la "Toscana" il 5 Luglio scorso mentre stava scaricando almeno un cointainer nelle acque a nord dell'Elba (più che presumibilmente quello individuato nello stesso punto dalla nave Alliance della Nato) e che nei giorni successivi aveva denunciato con il comandante della Thales quanto accaduto alle autorità marittime. La testata ambientalista intervenuta dopo che il Groitl è stato sentito come persona informata sui fatti dalla Procura di Livorno: Un militare della Capitaneria di Livorno, su mandato dei magistrati livornesi, ha incontrato l'uomo per accertare dinamica e tempi di quello che per Groitl «non può essere stato un incidente». «Non posso rivelare il contenuto della conversazione perché c'è un'inchiesta in corso - ha affermato a greenreport il tedesco - ma mi sono state rivolte domande in relazione alla posizione della Toscana e mi è stato chiesta una spiegazione su alcuni particolari di quanto abbiamo già denunciato alle autorità». Tra le circostanze quelle che davvero rendono risibile la tesi (sulla quale però cominciamo a registrare un sospetto assestarsi di troppi "minimizzatori") del container finito in mare accidentalmente: Quel giorno di inizio luglio infatti, il mare era calmo e le condizioni meteo erano buone. «E' vero - spiega Groitl - qualche volta succede che i container, a causa del mare in tempesta, possano perdere alcuni container, ma non è il nostro caso. Lo ricordo bene, la sera il 9 luglio non c'era vento e quello che abbiamo visto non può essere stato un incidente, la nave era ferma e non abbiamo avuto la percezione di eventuali difficoltà a bordo". Interessante la risposta di Groitl: alla domanda di Passiatore sul perché dopo migliaia di chilometri la Toscana avrebbe deciso di usare il tratto di costa tra l'Elba e San Vincenzo come una pattumeria. «La zona dove è stato scaricato il materiale è un'area protetta nel Santuario dei Cetacei dove in teoria, proprio perché si tratta di un tratto di mare meno battuto da navi o da pescherecci, è più facile non essere visti mentre si fanno operazioni sospette - ha spiegato Groitl. In questo tratto di costa, inoltre, ci sono molti relitti risalenti alla seconda guerra mondiale che rendono più difficili le ricerche".
Toscana portacontainer in scarico