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Moralità, educazione e soldi per l'ambiente

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 01 settembre 2003

Nell’attuale situazione in cui il territorio della nostra penisola subisce vessazioni di ogni tipo, si può continuare a dire, per quanto si è a conoscenza attraverso i giornali … "Tutto cambia … niente cambia". Il problema del controllo del territorio è, innanzitutto, di importanza nazionale, ma per il momento soffermiamoci sull’Isola d’Elba. Dopo l’alluvione catastrofica ed i vari incendi dell’anno passato e gli incendi di mezz’agosto di quest’anno, con riferimento particolare alle zone di San Piero e di Seccheto, rieccoci con gli incendi di fine stagione estiva nel versante est del Comune di Campo nell’Elba. Sono inorridito e preoccupato della grave situazione che sembra perdurare nel tempo senza alcun rimedio. Non solo continuano i danni alle cose e alle persone ma anche, purtroppo, talvolta vi sono dei morti. E quest’anno, nell’incendio nell’area collinare presso La Pila (La Galea) a qualche chilometro da Marina di Campo, c’è stato il morto, o più precisamente, è morta una turista. Ma che cosa si è fatto negli ultimi anni? Come si controlla il territorio elbano? Quali sono i Piani di intervento e come sono coordinati? Quali sono le risorse assegnate? Si stanno sviluppando dei Programmi innovativi con moderna tecnologia e basati su sistemi avanzati? I media non parlano o scrivono di questo ma solo di piromani e di interessi privati legati alla distruzione del territorio. Si parla o scrive poco del prima e del dopo evento ma solo dei vari momenti del durante. Si affronta la situazione senza una visione progettuale basata soprattutto sulle risorse assegnate, sulla programmazione, sul coordinamento delle diverse attività di piano (azioni preventive, azioni di intervento diretto, azioni correttive) nei diversi livelli di emergenza. Da anni molti hanno l’impressione che si viva alla giornata e non si abbia un effettivo controllo del territorio che eviti o riduca i danni causati dagli eventi calamitosi. Forse è carenza di informazione, forse e mancanza di chiarezza, forse è mancanza di efficienza….forse…forse…forse… E’ necessario che tutti i cittadini si sentano coinvolti partecipando, nelle diverse forme, alla difesa del territorio come pure si sentano protetti dalle istituzioni. Indubbiamente, come sovente avviene, anche in questi ultimi giorni si sono vissuti grandi momenti di impegno civile: si è vista l’attiva partecipazione di talune forze istituzionali come pure il sacrificio di alcune organizzazioni e l’emotivo affiancamento di singoli cittadini. Questo è molto bello, encomiabile ma non sufficiente. Mi auguro che le domande da me poste possano avere delle risposte soddisfacenti da parte del Vostro giornale, soprattutto trattando gli argomenti in modo approfondito e completo, attraverso contatti con i responsabili istituzionali del territorio elbano, sia locali che regionali o nazionali. Raffaele Sandolo Caro Sandolo lei ci chiede risposte che sono francamente più grandi di noi; possiamo solo fornirle delle osservazioni che in larga parte concordano con le sue, a cominciare dalla opportunità che i mezzi di informazione trattino maggiormente di prevenzione. In questo senso questo piccolo giornale ha cercato di fare la sua parte dando molto spazio alle attività del volontariato (su fronti diversi)considerandole l'espressione a più alto tasso di civiltà dell'isola. Ciò premesso crediamo che tre siano le strade da battere contemporaneamente per evitare o contenere le emergenze future (di acqua o di fuoco si tratti) Occorre inserire il criterio di etica ambientale nella selezione della classe amministrativa. E' l'ora di finirla di trattare il territorio come una risorsa privata e inesauribile, con l'urbanistica governata dai bisogni dei singoli. L'egoismo edificatorio, imprenditoriale è la causa prima e principale dei disastri. E' necessaria poi una offensiva culturale un processo di diffusa educazione ambientale verso i più giovani concittadini (ma non solo) che si sostanzi anche in servizi resi all'ambiente, processi da vivere come esperienze concrete e non solo come astratte teoriche lezioni. Si devono investire risorse finanziare in molte direzioni, considerare prioritari interventi come la regimazione delle acque anche a livello di microsistemi idrografici, favorire le attività economiche come quelle agricole che tendono ad una gestione attiva del territorio, investire in tecnologie di monitoraggio ambientale e delle emergenze, ed in dotazioni tecniche e formazione di chi produce da professionista o volontario protezione civile. Sintetizzando, caro Sandolo, occorrono a nostro parere Moralità Educazione e Soldi per difendere l'ambiente. Comunque più facile a dirsi che a farsi.


incendio galea 3 Vigne

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