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A Sciambere a doppia firma

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 08 novembre 2009

Il ritrovamento a largo di San Vincenzo di un container inabissato sui fondali marini preoccupa per diverse ragioni. Occorre al più presto fare chiarezza su tutta la vicenda, verificando il contenuto del manufatto e la sua provenienza, e dobbiamo ringraziare chi si è reso disponibile a intervenire. Ma in casi del genere, in questa fase, occorre anche esercitare la massima attenzione e cautela. L’immagine e l’economia di altre località turistiche, altrove, sono state gravemente danneggiate da allarmismi poi rivelatisi infondati. E l’Elba non può essere data in pasto a giornali e tv per essere inserita in contesti che fanno apertamente riferimento a “veleni” ancora tutti da provare. O ancora utilizzata per alimentare trame apocalittiche condite con presunte morìe di pesci e rifiuti tossici. Di certo non si capisce la malcelata soddisfazione con cui la notizia del ritrovamento è stata accolta in ambito politico, ma anche istituzionale. Casi del genere richiedono un atteggiamento di grande cautela da parte di chi ha posizioni di responsabilità. Forse andrebbe a scapito della visibilità di qualcuno, ma i cittadini e gli imprenditori elbani la apprezzerebbero molto. UDC Isola d’Elba Cari amici dell’UDC Chi avrebbe danneggiato l’immagine dell’Elba? Chi ha fatto allarmismo (che è cosa diversa dal razionale, dovuto e talvolta salvifico allarme)? Allarmisti sono stati forse quelli della Thales e il dott. Groil di Green Ocean imbattendosi in gentiluomini che stavano scaricando a mare container, documentando il tutto, essendo oggetto di un tentativo di speronamento, e destinatari di successive minacce di abbruciamento natanti e personale morte (tanto per capire con che fior di giardino abbiamo a che fare), denunciando il tutto alle autorità marittime competenti e nel frattempo e raccogliendo notizie di morie di pesci (riscontrate ndr) dai pescatori? Allarmisti sono stati forse Legambiente, Greenreport ed Elbareport che apprese notizie di una gravità inaudità come quelle fornite dagli ambientalisti e marinai tedeschi ne hanno fatto partecipe la cittadinanza? Allarmisti sono stati ancora i medesimi soggetti, quando vedendo che la storia veniva presa forse sottogamba, hanno deciso di insistere a porla fin quando non hanno appreso che la Magistratura si era fatto carico della vicenda? Allarmista è stato il Dott. Mario Tozzi che interponendo i suoi buoni uffici ha ottenuto che le navi del NURC-NATO eseguissero delle scansioni del fondale? Allarmisti sono stati quelli della nave Alliance a trovare proprio dove aveva indicato la Thales un container (vero non si sa cosa c’è ma scommettiamo non saranno banane brunite del Congo)? Ed allora cari amici dell’UDC con la lingua fuori dai denti: Avreste preferito che un elemento qualsiasi di questa “catena dell’allarme” (non dell’allarmismo) non avesse funzionato, e di conseguenza che il container (e i suoi fratelli che TEMIAMO presto saranno individuati) se ne rimanesse in santa pace (sua e degli imprenditori dell’isoletta verde e blu) ignoto, con le sue presunte schifezze, dove sta? Non furono secondo voi allarmisti quelli che montarono una campagna contro i fanghi (definiti inerti dall’ICRAM) piombinesi che dovevano essere sparsi, guarda un po', nella stessa area? Possibile che una volta sì e l’altra anche vi indignate con chi denuncia chi inquina e mai una volta ve la prendiate con chi inquina?


attenti rossi mazzantini

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