Torna indietro

Riguardo al pronunciamento europeo sul crocifisso

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 06 novembre 2009

In seguito al pronunciamento della Corte Europea sull'esposizione dei Crocifissi nelle aule di suola in Italia il tenore di molti commenti a riguardo mi fa sorgere il dubbio che pochi si siano andati effettivamente a leggere il contenuto di tale sentenza. Si paventano islamizzazioni, carabinieri che levano Crocifissi e tradizioni vietate. Nella sentenza non c'è alcun divieto coattivo. Non vi è traccia di indicazioni di rimozione forzata e forzosa di questi simboli religiosi. Al contrario, si tutela il diritto di coloro i quali, sentendosi a disagio in presenza di tali simboli (inequivocabilmente cattolici), ne chiedono la rimozione. Nella sentenza si ribadiscono semplicemente principi fondamentali e inalienabili per la dignità e la libertà di ogni individuo presenti già nella Costituzione Italiana e nella Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali: il diritto a non professare alcuna religione, il diritto dei genitori di educare i propri figli in conformità con le proprie convinzioni e la neutralità confessionale nel contesto della pubblica istruzione dove frequentare le lezioni è obbligatorio, indipendentemente dalla religione, e dove l'obiettivo dovrebbe essere quello di promuovere il pensiero critico negli alunni. Una sentenza di civiltà tesa al rispetto dei diritti di ogni cittadino, delle minoranze religiose e del pluralismo culturale.Fermo restando che in uno stato laico ogni religione ha pari dignità di fronte alla legge. L'indignazione dei cattolici dovrebbe essere indirizzata, a parer mio, piuttosto nei confronti di chi, ricomprendo incarichi politici, brandisce il Crocifisso per campagne di odio razziale e xenofobia. Quello si che è lo svilimento dei principi cristiani di fratellanza, uguaglianza e accoglienza.


crocifisso

crocifisso