Dall'inizio dell'anno a ora sono avvenute due spedizioni dirette alla Fondation Viviane, a Kinshasa. Il primo container è stato inviato ad aprile, a un anno e mezzo di distanza dall'ultimo; questa spedizione riveste un ruolo importante perché nel container ci sono due trattori, due frese e un trincia stocchi: tutta attrezzatura che permetterà di fare un passo avanti nel progetto di autosufficienza alimentare. Oltre all'attrezzatura agricola (fornita dall'associazione CIFA ONG), con questa spedizione è stato inviato abbigliamento, attrezzatura edile, alcuni beni alimentari, un gruppo elettrogeno da 60kv, calzature e abbigliamento nuovo e una Range Rover donata dall'associazione NOVA. Il progetto di autosufficienza alimentare punta alla coltivazione di un terreno di circa dieci ettari, che già appartiene alla Fondazione, con lo scopo di poterci occupare direttamente del sostentamento dei bambini e dei ragazzi ospitati ma anche del personale che lavora presso il Centro. Il container inviato ad ottobre è in partenza in questi giorni da Livorno e contiene un pulmino Nissan, un impianto di refrigerazione donato dall'ittica Mazzei, attrezzatura per la riabilitazione e numerose sedie a rotelle. Per entrambe le spedizioni, un ringraziamento particolare va al Comune di Portoferraio che ha dato un contribuito per l'invio dei container e che da anni sostiene il nostro progetto; al gruppo Modellisti Elbani, per aver contribuito alle spese di spedizione; alla Ditta Costruzioni Ferrini, per la sua collaborazione continuativa; alla ditta Autotrasporti Del Gaudio e alla Misericordia di Portoferraio per il materiale donato e per la loro collaborazione. Ringraziamo anche i volontari presenti ad ogni evento, che sono sopratutto amici e conoscenti, perché il nostro sogno ha iniziato a realizzarsi nel momento in cui loro lo hanno condiviso con noi. Il costo complessivo di ogni spedizione supera i 13000 euro; per sopperire a questa spesa, oltre ai contributi che riceviamo, organizziamo eventi e manifestazioni per la raccolta di fondi. A questo proposito c'è da fare un ulteriore ringraziamento, ultimo proprio per la sua grande importanza, a Jazzercise perché è stato il punto di partenza del nostro progetto umanitario, il nostro modo per farci conoscere e un punto di riferimento per tutti coloro che continuano a donarci materiale. Come abbiamo accennato inizialmente, queste due spedizioni avvengono a un anno e mezzo di distanza dall'ultima poiché in questo periodo l'associazione si è occupata dell'organizzazione e dell'allestimento della sala operatoria in memoria di Anna e Francesco. Ad oggi pare che siamo prossimi al reperimento delle attrezzature necessarie, grazie all'aiuto delle ASL elbane. Il nostro obiettivo è di creare e rendere autosufficiente un centro che si occupi di bambini e ragazzi disabili fornendo loro le cure sanitarie di base, la formazione scolastica primaria e avviandoli ad una professione. Il progetto è indirizzato sopratutto a portatori di handicap perché la Repubblica Democratica del Congo è il Paese al mondo con il maggior numero di disabili e questo è solo una delle conseguenze della guerra civile che sta continuando a colpi di machete, distruggendo un intero popolo. La storia di questo Paese è segnata da fatti che l' hanno ripetutamente impoverita: prima, una colonizzazione che non ha rispettato il territorio, la cultura e tanto meno l'umanità degli abitanti del posto; in secondo luogo, una dittatura usurpatrice e corrotta che è stata sostenuta dalle maggiori potenze mondiali solo per fini economici; infine, il conflitto che è stato chiamato la Guerra Mondiale Africana. Le attuali condizioni di disagio in cui vive il Paese hanno recato dei freni ai nostri progetti, infatti nell'ultimo anno la corrente elettrica è mancata ripetutamente e per questo le attività non si sono potute svolgere normalmente. Negli ultimi mesi si sono riaccesi i focolai di guerra legati al conflitto civile e i disagi crescono perché aumentano gli esuli dai paesi vicini e quindi la situazione si aggrava, facendo aumentare il numero dei bambini che giungono alla Fondazione con problemi sempre più gravi. Per questi problemi, durante gli ultimi mesi, abbiamo dovuto inviare diverse somme di denaro per sopperire alle spese di mantenimento dei bambini e per pagare alcune operazioni strettamente necessarie, per ragazzi che non sono ancora stati adottati. Vorremmo concludere ringraziando tutta l'isola perché il sostegno che abbiamo ricevuto ha determinato positivamente il nostro percorso tanto che ci sentiamo in dovere di dire che questo è un progetto elbano, che è nato e sta crescendo grazie alla solidarietà di tutti gli Elbani. Il nostro motto è: “Quando un sogna da solo è solo un sogno, quando si sogna insieme è la realtà che comincia”. Quindi vogliamo dire un sentito GRAZIE a tutta l'Elba perché oggi il nostro sogno sta diventando realtà.
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