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Quando il dito indica la luna ....

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 31 ottobre 2009

Non si può certamente dire che nel nostro paese manchino i pompieri volontari, e non ci riferiamo certo a quelli veri gli Ausiliari dei Vigili del Fuoco, che risultano utilissimi al prossimo, ma a quelli "figurati" che usano sistematicamente la sabbia come materiale estinguente verso qualsiasi cosa danneggi la sacra immagine turistica nostra (e di conseguenza il tintinnare del registratore di cassa), preoccupandosi prima che di verificare la sussistenza di un pericolo di minare la credibilità di chi ne segnala l’esistenza reale o potenziale. Questo Signor Corsinovi, consigliere provinciale berlusconiano che si fregia del più antico e nobile titolo di democristiano, è pronto per l’arruolamento: lo si nota da forma e contenuti della sua prosa: dal suo usare il termine di “ambientalista” con malcelata acrimonia, quasi fosse un’offesa, per il suo tutto andrebbe bene (a priori) madama la marchesa se non fosse per quei visionari degli ambientalisti (cinici e bari?) che sparlano del nostro mare e dei giornalisti maldicenti che propalano notizie allarmistiche (una solfa che abbiamo già ascoltato in altre occasioni fino allo sfinimento da quanti pensano che a danneggiare un luogo non sia chi lo rovina ma chi se ne accorge) . Torniamo a bomba, a quella bomba esplosa nella quasi totale sordità intorno al 20 Luglio (ben prima delle dichiarazioni del pentito sulle “navi dei veleni”) quando Greenreport e questa testata denunciano una cosa gravissima: l’equipaggio di una imbarcazione tedesca ha segnalato ad autorità portuali che ritiene competenti, quelle del porto dove fa base a Marina di Pisa, con estrema dovizia di particolari, sottoscrivendo dichiarazioni giurate in due lingue ed allegando documentazione fotografica non uno ma due fatti agghiaccianti accaduti il 5 luglio e riferiti il 9. I tedeschi della “Thales” sostengono infatti non solo di aver visto scaricare a mare degli oggetti che a loro sono parsi “container da 16 piedi” da una nave battente bandiera maltese, ma anche di essere successivamente sfuggiti ad un tentativo di speronamento da parte dei signori sorpresi a gettare fuoribordo non si sa cosa. Per settimane e mesi pare non accadere nulla, e ciò non è affatto normale, poiché delle due una: o quello che i tedeschi affermano è vero, e segnalano almeno due reati di inusitata gravità, o è falso (ma si sarebbero inventati tutto con che fine?) ed allora oltre che procurare allarme alla popolazione hanno biecamente calunniato gli onesti navigatori della portacontainer “Toscana”. In ogni caso la vicenda, a nostro parere DEVE essere chiarita. Accade a settembre che un pentito di mafia parla delle “navi dei veleni” affondate e ne colloca una davanti alle coste livornesi (non è una novità assoluta se ne parla già in un rapporto parlamentare di 15 anni fa, e i pescatori livornesi confermano quasi in massa di aver tirato su delle belle schifezze in anni successivi, ma di ciò Corsinovi se ne impipa) questo riporta l’attenzione pure sulla vicenda della “Thales” e della “Toscana” che oltre due mesi dopo i fatti viene rilanciata dai grandi media. Da notare che non arriva dagli accusati di tali nefandezze a chi ha pubblicato la notizia per primo (e non ci risulta neppure ad altri) una minaccia di querela uno straccio di smentita o qualsiasi precisazione (neanche un "eravamo fermi in mezzo al mare ed abbiamo disancorato le gru di bordo per issare le mutande del nostromo …") . In compenso ci arrivano voci di richieste di acquisto del materiale documentativo e caldi consigli ai tedeschi di badare bene al proprio infiammabile naviglio (ma si sa c’è sempre qualche mitomane ..) Intanto comunque è stato aperto un fascicolo giudiziario sulla vicenda ed infine si apprende che, per iniziativa del governo, la Nave Scialoia della Capitaneria di Livorno effettuerà dei rilevamenti sui fondali dello specchio di mare indicato delle ricerche atte a capire se e cosa è stato fatto affondare dalla “Toscana”. In questi giorni iniziano le prospezioni della Scialoia e senza attendere le conclusioni del lavoro il consigliere Corsinovi che fino ad oggi si è disinteressato della faccenda, non si è sognato minimamente di intervenire sulle evidenti sottovalutazioni ed innegabili ritardi con cui è stata affrontata, se ne esce chiedendo al Presidente del Consiglio Provinciale di stigmatizzare il comportamento di chi come gli ambientalisti ed i giornalisti nulla ha fatto se non tentare di colmare un deficit informativo, riportando insieme ad atti condivisi da ministri, sottosegretari e parlamentari del suo partito, dichiarazioni giurate di persone apparentemente più competenti ed affidabili del consigliere Corsinovi, il quale se poi la Scialoia trovasse (come gli ambientalisti e i giornalisti TEMONO) quel materiale sui fondali, dovrebbe passare la vita a chiedere scusa ad una valanga di persone.


Toscana portacontainer in scarico 3

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