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Legambiente: Capobianco (e non solo) svendesi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 25 ottobre 2009

L’ Agenzia del Demanio ci provò già nell’ottobre 2006 a vendere Capo Bianco, un promontorio lungo la costa nord dell’Elba a poche centinaia di metri dal centro storico mediceo di Portoferraio, che si erge sopra due spiagge bianchissime ed un mare trasparente e si inoltra nell’Area di tutela biologica delle “Ghiaie-Scoglietto-Capo Bianco”, la cosa sembrò fermarsi per l’intervento di Legambiente, dell’ex presidente del Parco Nazionale, il geologo Beppe Tanelli, e il Sindaco di Portoferraio Roberto Peria assicurò che avrebbe fatto di tutto per impedire che un tratto di costa magnifico fosse venduto con l’obiettivo di trasformare le vecchie strutture militari (rivelatesi poi più consistenti di quel che credeva il Demanio). Non sappiamo quel che sia successo dopo e cosa abbiano fatto le varie Istituzioni coinvolte, evidentemente non molto, visto che sul dell’Agenzia del Demanio si può leggere un annuncio illustrato con tanto di foto aerea: “LIB0486 - PORTOFERRAIO ISOLA D’ELBA (LI) - EX BATTERIA DI CAPO BIANCO. In zona periferica del comune di Portoferraio, Isola d’Elba, vendesi terreni di circa mq. 6000 con sovrastante vetusto fabbricato, non accatastato di mq. 54,00 a solo piano terra composto da cucinotto, servizio e disimpegno; ruderi di manufatti e riservette interrate. L’intero complesso, costituente l’Ex Batteria di Capo Bianco, posta sull’estremità del promontorio di Punta Capo Bianco, che domina la spiaggia della Padulella e quella delle Ghiaie con lo scorcio dei Forti Medicei ad Est e della coste bianche fino all’Enfola ad Ovest, gode di una splendida vista mare e confina ai lati nord ovest e nord est con il demanio marittimo e relativo arenile, per i restanti lati con proprietà privata. L’area priva di accesso dalla pubblica via, la cui costituzione di servitù sarà onere dell’aggiudicatario, ricade secondo il vigente regolamento urbanistico in zona a prevalente o esclusiva funzione agricola, ove è possibile porre in essere interventi di restauro e risanamento conservativo del patrimonio edilizio già esistente. E’ in corso la procedura di frazionamento di una piccola porzione della particella 412. La vendita è condizionata all’esercizio del diritto di prelazione da parte dell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano” . L’unica novità è che il prezzo è salito: nel 2006 il Demanio chiedeva 65.000, oggi ne chiede 110.500, specificando che le offerte devono essere fatte entro il 23 Novembre. Purtroppo non è vero che “La vendita è condizionata all’esercizio del diritto di prelazione da parte dell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano” , dato che l’area non è inclusa nel perimetro del Parco Nazionale, ma è all’interno dell’Area di un’area di tutela biologica a mare, istituita nel 1971 e gestita dalla Capitaneria di Porto, e quindi il diritto di prelazione dovrebbe essere probabilmente esercitato direttamente dal Governo o dal Ministero dell’Ambiente. La cosa è paradossale: il Demanio, cioè lo Stato, mette in vendita un pezzo di costa che ha deciso di proteggere e tutelare, come se fosse un qualsiasi rudere agricolo da buttare sul mercato della speculazione edilizia! Purtroppo non è l’unico episodio di questo tipo nell’Arcipelago Toscano: è in vendita un pezzi o delle dune di Lacona (Capoliveri), l’ultimo brandello di sistema dunale dell’Arcipelago, all’Isola del Giglio il Demanio ha messo all'asta alcuni terreni facenti parte dell'ex compendio minerario, che sono nel arco, per un importo complessivo di base d'asta di 7800 euro. Con un’area di grande importanza come quella Vena, base d'asta 3300, l'unica “appetibile” e che l'acquisto da parte di persone poco attente potrebbe compromettere. Altri due terreni (q. 4.530) a macchia mediterranea per i quali è prevista la possibilità di prelazione del Parco sono nel Comune di Porto Azzurro, poi c’è un terreno di 4.813 mq a Punta della Rena, sempre a Portoferraio, nelle immediate vicinanze di un’ara umida di grande importanza e nel cuore del Water Front portuale che è destinato a cambiare l’aspetto del Golfo. La cosa assurda è che lo Stato (il Demanio), mette in vendita terreni a fine speculativo in aree che ha deciso di proteggere con leggi e normative ambientali (anche europee) e poi dice allo Stato (il Parco Nazionale) di esercitare un diritto di prelazione che non può aver luogo perché lo Stato (Governo e Ministero dell’Ambiente) hanno tagliato i bilanci degli Enti Parco fino a rendere impossibile qualsiasi attività che vada oltre l’ordinaria amministrazione e la pura sopravvivenza. Legambiente chiede al sindaco di Portoferraio di rispettare la sua promessa di impedire ad ogni costo la vendita di Capo Bianco fatta tre anni fa E ripetiamo con amarezza quel che dicemmo nel 2006 all’epoca del primo tentativo di vendita: Uno dei tratti di costa più belli dell’Elba Capo Bianco, nel Comune di Portoferraio, è stato messo in vendita dallo Stato Italiano. Si tratta delle cosiddette “Batterie" di Capo Bianco con annesso terreno, un’area a forte rischio idrogeologico e della quale Legambiente ha più volte denunciato l’abbandono delle strutture esistenti ed un tratto di costa che fa da confine terrestre all’Area Marina di tutela biologica della Ghiaie-Scoglietto-Capo Bianco. Un luogo unico, che assomma bellezze paesaggistiche, emergenze ambientali e archeologiche ed un grande valore geologico ma che, incredibilmente, non è stato inserito nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e quindi l’Ente Parco non potrà esercitare il diritto di prelazione. LEGAMBIENTE chiede quindi al Comune di Portoferraio, alla Regione Toscana al Ministero dell’Ambiente e della difesa del Territorio e del Mare, per le competenze che ha sulla zona di tutela biologica, di bloccare la vendita di un bene così prezioso per pochi euro, di esercitare immediatamente – impedendo che a novembre Capo Bianco venga svenduto - il diritto di prelazione e di destinare i manufatti al recupero e ad usi consoni all’interesse paesaggistico e naturalistico dell’area. Al Comune di Portoferraio, che già ha individuato nei suoi strumenti urbanistici l’area come “riserva naturale”, Legambiente chiede di porre vincoli ancora più stringenti per impedire qualsiasi uso speculativo dei ruderi di Capo Bianco e di chiedere l’immediato inserimento della fascia costiera e dell’area marina di tutela biologica nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Da ricordare che l'area di Capo Bianco è anche importantissima sotto il profilo mineralogico, per la presenza, tra i feldspati bianchi che la costituiscono (e che determinano il toponimo), di "dendriti di ossido idrato di manganese" (i cosiddetti "rametti fossili").


capo bianco rossi batterie

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