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Controcopertina: Waterfront: i cittadini cosa ci guadagnano”? (risp.: di solito il 5%)

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 24 ottobre 2009

“Su 2,3 milioni di metri quadrati di nuove costruzioni, il settore pubblico ha ottenuto benefici lordi per 360 milioni, perlopiù verde senza manutenzione e parcheggi di servizio agli stessi fabbricati. Come dire che, ogni 100 euro, al Comune ne vanno 5 di incassi teorici, ai re del mattone 95 di soldi veri”. Queste le conclusioni dello studio effettuato dal docente del Politecnico di Milano Andrea Arcidiacono sui progetti realizzati in Lombardia a trattativa privata, citate da Paolo Biondani dell’Espresso (“Una colata di cemento”, luglio 2009). Lo studio si intitola, non a caso, “E i cittadini che cosa ci guadagnano”? In Lombardia, è bene ripeterlo, ai Comuni è andato solamente il 5 per cento. A Portoferraio, invece, non si sa. La domanda, semplice semplice, l’avevo già posta su Elbareport. Ma alle domande di chiarezza sui conti (esempio: sui costi del Lodo Daneco per l’inceneritore), nessuno si è mai sognato di rispondere, nemmeno se interpellato di persona. Sui soldi deve regnare il mistero più fitto; e pensare che otto anni fa sognavamo i “bilanci partecipati” di Porto Alegre. Figuriamoci se si possono avanzare interrogativi sul progetto “che cambierà il volto di Portoferraio per i prossimi dieci anni”, soprattutto ora che c’è un’intesa perfetta fra maggioranza e opposizione. Questo è per sostenere Sergio, che dal tono delle ultime uscite sull’argomento, mi ricorda Vittorio Gassman de “I soliti ignoti”: “M’hanno rimasto solo”. Be’, come minimo siamo in due, e probabilmente molti di più, forse addirittura una maggioranza silenziosa (non so se maggioranza, di sicuro silenziosa “ac cadaver”) . Altra cosa. L’ex vicesindaco Graziani è stato assolto. Il comunicato dell’altro giorno è sicuramente una lezione di stile rispetto alle urla che si sono levate dopo il proscioglimento di Maltinti e compagni. Ma io ribadisco con forza quello che ho scritto allora, a prescindere dal caso personale: primo, un politico sotto processo ha il dovere di dimettersi, e quindi di non candidarsi se ci sono elezioni in vista. Punto. Secondo: chi di fronte ad accuse precise (nel caso: concussione) non si limita a sostenere l’innocenza dell’imputato ed esprimere solidarietà, ma parla di “complotto politico” della magistratura (l’allora sindaco Galli) parla a vanvera, e in puro stile berlusconiano – craxiano. Aripunto. Terzo, così torniamo al cemento: costruire un bel po’ di case spacciandole per risposta ad un’emergenza abitativa basata su false statistiche demografiche (sarebbe bello se ci fossero docenti come Arcidiacono anche all’università di Pisa), come è successo a Campo, rimane una discreta porcata, anche se questa politica ottenesse il 99 per cento dei consensi (dico 99 perché almeno un Sergio Rossi c’è sempre, in ogni realtà). Infine, ritornando al nazionale: spero che moltissima gente vada a votare alle primarie del PD e spero, pur rispettando tutti e tre i candidati e riservando il massimo della stima a Marino, che vinca Franceschini. Per mille buone ragioni, ma soprattutto perché Bersani sta con Bassolino (un rinviato a giudizio che non ne vuole sapere di rassegnare le dimissioni), e la cascata di voti (cioè di tessere) che ha avuto in Campania, e in tante zone del sud, puzza di malaffare lontano un miglio.


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