Le notizie riguardanti la tariffa del servizio idrico apparse di recente sulla stampa necessitano di un ulteriore chiarimento e, a tal fine, l’azienda ritiene di precisare quanto segue. Come è noto, le morosità, ovvero i crediti non riscossi, fanno parte dell’attivo aziendale sino al momento in cui non siano dichiarati inesigibili: pertanto è sbagliato affermare che i mancati pagamenti di una parte di utenti siano compensati dall’aumento della tariffa. Pur registrandosi uno stock di crediti ancora elevato, l’attività di recupero, sebbene caratterizzata da numerose difficoltà sociali, economiche e politiche, è stata perseguita con determinazione e ha dato risultati importanti. Per quanto riguarda il recupero dei crediti ante 2008 in ATO5, dal 31 dicembre 2008 al 31 agosto 2009 sono stati recuperati 21,5 milioni di euro e, proprio grazie a tali flussi di cassa, l’azienda ha potuto contenere l’esposizione nei confronti delle banche e migliorare i propri dati di bilancio. L’autorizzazione a recuperare i 6,2 milioni di euro da parte dell’Autorità d’Ambito è invece derivante, come tra l’altro correttamente riportato dalla stampa, da quanto disposto dal Metodo Tariffario di emanazione Ministeriale, che prevede una verifica dei dati di Piano (fatturato, costi operativi sostenuti, investimenti realizzati) ogni 3 anni. Qualora si verifichino scostamenti, l’Autorità interviene per regolare la tariffa prevedendo aumenti o diminuzioni delle tariffe del triennio successivo al fine di consentire il riequilibrio dei maggiori o minori ricavi conseguiti nel periodo oggetto di regolazione. Nel caso di ASA SpA, nel triennio 2005–2006–2007 la società ha registrato un fatturato inferiore a quello previsto dal Piano a causa di diversi fattori: sono stati consumati minori quantitativi di acqua rispetto a quelli previsti dal Piano e l’articolazione delle tariffe in fasce di consumo ha dato origine a una tariffa media inferiore a quella deliberata. La conseguenza è stata un minore fatturato. Solo a partire dal 2010, si registra la possibilità di recupero di una parte dei mancati introiti: nessuna confusione, quindi, tra i crediti non riscossi e il mancato fatturato. Addirittura il calo del fatturato, pari a circa 10,5 milioni di euro, è stato compensato dai 4 milioni di euro di riduzione dei costi aziendali per maggiori efficienze gestionali: prova ne sia che solo 6,2 milioni di euro sono stati messi a recupero. Sia chiaro quindi che la tariffa copre i costi operativi, gli investimenti e la remunerazione del capitale investito e non copre in alcun modo i mancati incassi e i pagamenti. A un incremento di tariffa corrisponde un incremento di investimenti e/o il recupero di minore fatturato del triennio precedente. Infine, una spiegazione pratica relativa al mancato fatturato preventivato in sede AATO5: realtà territoriali come quella coperta da ASA SpA sono caratterizzate da fattori stagionali poco prevedibili. L’aera sud della provincia è soggetta a utilizzazioni di tipo agricolo e industriale e, in estate, a flussi turistici, che determinano scarti nei consumi particolarmente rilevanti e a volte difficilmente governabili. Proprio in forza di tali variabili la Legge ha previsto che si potessero rideterminare a consuntivo le tariffe definite sul piano dei consumi previsionali. Sperando di aver reso comprensibile la manovra in questione, l’azienda riconferma il proprio impegno sulla strada dell’efficientamento del servizio, della ulteriore chiarificazione della fatturazione e dell’attenzione sociale ed economica nei confronti della propria utenza.
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