L’adagio nessuno è profeta in patria ben si adatta alla vicenda del Dott. Paolo Gasparri che è un elbano d.o.c. e che per avventura è un Dirigente del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale, le cui funzioni sono state appena trasferite alla neonata A.P.A.T (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici). Gasparri pur potendo produrre titoli scientifici ed esperienze professionali in argomento (oltre che la cittadinanza almeno morale della sua isola) non è stato chiamato ad esprimere dai maggiorenti elbani ad esprimere le sue considerazioni sugli eventi meteorici di inizio settembre, su cui la classe dirigente elbana nel suo complesso (anda e rianda) ha avuto un atteggiamento piuttosto ondivago. Nei primi tempi tutti si sono affrettati a gridare alla sciagura per battere cassa, poi con il pericolo dell’estendersi della salvaguardia e dei vincoli urbanistici regionali sulle aree alluvionate, emergeva una linea di minimizzazione. Abbiamo letto perfino i risultati di dotti quanto precipitosi studi tesi a dimostrare (?) che la cementificazione e la bitumazione del territorio non potevano correlarsi con le devastazioni ambientali dell’alluvione e che la colpa oltre che del destino cinico e baro era di un eccezionale evento che poteva ripetersi a scadenza cinquantennale. Ma a leggere quello che ci dice Gasparri ci si accorge che non è affatto così, e lui ragiona per numeri e, per citare Brecht nel suo “Galileo”: “La somma degli angoli interni di un triangolo non può variare a seconda degli interessi della Sacra Curia, né si possono calcolare le traiettorie dei corpi celesti, spiegando parimenti in voli delle streghe sui manici di scopa” Sergio Rossi Come pioveva, come pioverà Non ho resistito alla tentazione di consultare i polverosi annali idrologici del Servizio idrografico che mi guardano tutti i giorni dalla vetrina che affianca il mio tavolo di lavoro. Come in tutte le antiche organizzazioni sociali c’è chi si è preso la briga di registrare i fatti e di conservarne la memoria. Il Servizio idrografico di Pisa, ha documentato nel corso degli anni le precipitazioni utilizzando le misure osservate ai pluviometri installati anche all’Elba . Gli annali documentano anche le massime precipitazioni dell’anno per periodi di più giorni consecutivi. Sono documentate le seguenti piogge (vedi i documenti in formato .pdf): -dal 24 al 25 settembre 1951 a Portoferraio 427 millimetri (quasi mezzo metro di acqua!!) -il 7 settembre 1958 a Portoferraio 129 millimetri -dal 24 al 25 agosto 1974 in località Orti di Portoferraio 136,8 millimetri di pioggia L’analisi di questi dati mostra nel corso del periodo di quaranta anni di osservazione, dal 1951 al 1990 sono avvenuti almeno tre eventi a Portoferraio che hanno superato i 120 millimetri di precipitazione in uno o due giorni; in media ogni 13 anni circa. In particolare l’evento del 1951 ha raggiunto una intensità veramente estrema. Dalle osservazioni si passa alle previsioni; si può sostenere che una località conservi nel tempo la sua caratteristica climatica, pertanto ogni 13 anni ci si può aspettare un evento di intensità superiore a 120 millimetri di pioggia in uno o due giorni. L’amena lettura può essere sintetizzata nella seguente tabella che documenta le precipitazioni giornaliere espresse in millimetri di almeno 80 mm nel periodo dal 1951 al 1989 misurate ai pluviometri dell’Elba. L’assenza di misura è dovuta al fatto che alcune stazioni non erano attive nel periodo considerato o che non è stato superato il limite di 80 mm .
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