In questi giorni travagliati in cui all’Elba, alle cattive notizie se ne alternano di pessime c’è un punto fermo di quasi amenità: il sindaco Giovanni Sceriffo Ageno. Il primo cittadino portoferraiese mentre l’Isola è per il quarto giorno consecutivo agli onori della stampa nazionale per una serie di comportamenti (tutti oltre i limiti dei codici) di chi calpesta la sua crosta che vanno dal fortemente sconveniente al preoccupantemente delinquenziale, continua a smenarla con questa storia dei vandalismi e della microcriminalità ad ogni piè sospinto, come se il reale problema di quest’Isola e di Portoferraio non fossero i macrocriminali (della cui esistenza sospettavamo ma non sino al punto che le cronache delle ultime ore ci hanno svelato) bensì i balordi e gli spacciatorelli i devianti di piccolo cabotaggio, che comunque mai come in questi mesi sono stati sistematicamente beccati ed avviati a processo dalle forze dell’ordine. Il bello è che il Sindaco portoferraiese riesce su questo punto ad essere comico anche a posteriori. In tal senso si vada a rileggere lo strombettante comunicato emesso qualche settimana fa in cui Giovanni Ispettore Ageno, si vantava di aver messo intorno al tavolino, sotto l’eccellentissima egida del Prefetto di Livorno, tutti i comandanti delle Forze dell’Ordine per mettere a punto un piano che avrebbe spezzato le reni agli schiamazzatori notturni, ai turpi giocatori a pallone nelle tenebre, a chi (come la stragrande maggioranza dei giovani, inutile prendersi per il culo, lo sanno tutti che è così) si fa una canna, agli spaccatori di faretti illuminanti opere del regime, sottraendo una mezza mattinata di tempo a persone impegnate in indagini si è visto poi quanto serie, per parlare di queste pinzillacchere, di competenza di educatori familiari e/o pubblici o al massimo di Vigili Urbani. Si rilegga quel comunicato alla luce di quanto abbiamo scoperto nelle ultime ore; pensando che tra chi era a quel tavolo c’è chi sta misurando i passi di una cella dove è giunto sulla scorta di accuse di una inusitata gravità, si consideri che chi menava la danza si è visto recapitare un avviso di garanzia per corruzione, abuso d’ufficio etc, (reatucoli di una certa consistenza ci pare) si rifletta e si capirà quanto amaramente ridicolo e miope suona quel comunicato.