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Controcopertina: Dei pentimenti, dei perdoni e delle intitolazioni

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 10 ottobre 2009

Scrivevamo qualche ora fa che le sentenze di rispettano sempre, siano favorevoli o meno a noi stessi, a chi ci sta vicino, alle convinzioni che ci siamo fatti di una certa vicenda. Aggiungiamo che è comunque lecito commentarle, ed allora se (ancora ripetendo un concetto già espresso) l'assoluzione di pubblici amministratori, funzionari ed imprenditori deve essere salutata come un fatto comunque positivo per una comunità (cosa che è avvenuta nel caso ferajese di affari e politica), non possiamo fare a meno di notare che rispetto al quadro che pareva emergere dalle indagini si è approdati a sentenze totalmente discrepanti, e che non sono poi molto frequenti nelle aule di giustizia ribaltamenti interpretativi di 180° quali quelli che si possono notare dalle letture comparate dei pronunciamenti ad esempio del Tribunale della Libertà di Firenze e la sentenza, finale (anche perché inappellata) del Tribunale di Livorno. A tutto ciò aggiungiamo pure che non sempre comportamenti umani odiosi, arroganti e scorretti hanno rilevanza penale, producono un'azione giudiziaria. Per questo di norma siamo poco inclini a dare patenti di martiri a saldo e ricordiamo che pure la Chiesa prima di beatificare qualcuno ci va con i piedi di piombo e comunque dà sempre ampio spazio all'Avvocato del Diavolo. Per questo non ci cospargiamo la testa di cenere nel chiedere scusa (e men che mai perdono) a chicchessia e per due ordini di ragioni: a) abbiamo sempre fatto quello che ritenevamo fosse il nostro dovere di cittadini senza violare legge alcuna b) non vediamo in giro vergini dai candidi manti offese. Troviamo, per restare nei dintorni, che sarebbe una pessima idea il dedicare in questo momento una pubblica via al defunto Sindaco di Portoferraio Giovanni Ageno e sottolineiamo pessima. Tralasciamo il personale giudizio amministrativo che ci farebbe inquadrare lo scomparso come il peggior sindaco portoferraiese tra quanti abbiamo visto all'opera e restiamo ai fatti. Se l'intento è quello della pacificazione ricordiamoci intanto che lo scomparso (a cui va il nostro rispetto umano che è diversa cosa da quello politico) pacificatore non lo fu per niente. Ancor prima che partissero le indagini di Affari e Politica, Ageno governante, la comunità cittadina si trovò spaccata e ferocemente contrapposta come non era mai accaduto in precedenza. Ma le impuntature "ageniali" non deteriorarono solo i rapporti con la parte avversa (che aveva nel 99 perso per 56 voti, giova ricordarlo). Lui che si era presentato come "sindaco di tutti" riusci a rompere pure il suo campo, creando delle fratture insanabili, che hanno resistito alla sua scomparsa, visto che il suo centrodestra ferajese proprio "nel nome di Ageno" è andato diviso al massacro elettorale tanto nel 2004 che nel 2009. E a dirla tutta, proprio nel centrodestra, insieme a chi crediamo sinceramente vorrebbe rendere un omaggio allo scomparso, oggi c'è chi ci pare faccia della sua memoria un uso piuttosto strumentale. Certi pronunciamenti livornesi, ci sono parsi come un "lancio di sagolino" ai "ribelli" filo-ageniani, che in quanto avversari di Provenzali, potrebbero tornare utilissimi nella partita interna al PdL per le regionali ormai alle porte. Consentiteci di terminare facendo una proposta seriamente pacificatrice: voti il consiglio comunale un impegno a rendere omaggio a tutti suoi sindaci scomparsi, dedicando a ciascuno di loro una strada, una piazza, così che ci si ricordi con Giovanni Ageno anche di Elbano Benassi, Elvio Bernardi, Primo Lucchesi (a cui pure è stato intitolato un molo), Michele Villani, Giovanni Cecchi, Paolo Locatelli, che sicuramente non furono meno apprezzati e stimati.


sergio rossi al PC

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