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Maltinti: Voglio con tutte le mie forze che mi si riconosca il danno subito

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 10 ottobre 2009

L’ultimo segretario elbano dei Ds, Lorenzo Marchetti chiede perdono per gli errori commessi negli anni di Elbopoli. Come protagonista di quei tempi cupi, ritengo che la sua richiesta di perdono sia encomiabile, peraltro anche il Sindaco Peria, dopo la sentenza, chiese immediatamente una “riconciliazione”. Non posso che prenderne atto, ma sono troppo amareggiata per pensare che a questa sua nobile dichiarazione seguano fatti; finora non è stato così. Peria, che è andato al governo della città grazie agli arresti avvenuti a dieci giorni dalle elezioni, si è costituito parte civile al processo ed ha chiesto risarcimenti milionari. Non solo, ma nella sua testimonianza ha portato nuove “prove” spargendo ulteriori dubbi e veleni, che poi si sono rivelati falsi; infine, tramite il suo avvocato e dopo che le accuse erano state smontate ad una ad una, ha chiesto il massimo delle pene previste, neanche il Pubblico Ministero è arrivato a tanto!, e, non contento, invece di pagarmi gli stipendi dovuti, richiede indietro tutto quello che ho percepito con il mio lavoro in Comune. Sono in causa con il Comune di Portoferraio ormai da tre anni e devo pensare che sia questa la “riconciliazione” che vuole. Sono disoccupata da cinque anni e nessuna amministrazione pubblica è disposta ad assumere una “ex galeotta”. La sentenza di totale assoluzione non serve a cancellare la vergogna ed il disonore, visto che, nei fatti, sono stata condannata da tutti prima del giudizio. Tutti i soldi che avevo e che ho potuto trovare se ne sono andati da tempo e tuttora se ne vanno per pagare gli avvocati. Rivoglio la mia vita e nessuno me la può ridare; c’è addirittura chi ha perso la sua e questo alimenta ulteriormente la mia rabbia. Io voglio con tutte le mie forze che mi si riconosca il danno subito ingiustamente e voglio poter lavorare di nuovo a testa alta. Questo è necessario fare, per “attenuare” quello che è stato fatto a me ed agli altri per mere ragioni politiche e vendicative. Tutto il resto sono solo parole, anche se riscaldano il cuore. Se la richiesta di perdono che ha percorso la “rete” non è solo personale o meramente dichiaratoria, occorre che i sindaci interrompano le azioni amministrative intraprese. Azioni che stanno ancora creando problemi alle vittime, e che rinnovano ferite ancora aperte.


Maltinti Pennisi

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