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Controcopertina - La Regione: «Per le isole minori una legge e un fondo unico»

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 09 ottobre 2009

«Un'iniziativa di particolare rilievo l'audizione che si è svolta ieri al Senato per esaminare il disegno di legge sulle isole minori in vista della sua approvazione e per il quale c'è un forte interesse da parte del Parlamento». Questo il commento, condiviso da tutti i partecipanti, dell'assessore regionale al bilancio e alle politiche del mare Giuseppe Bertolucci, che ieri a Roma è intervenuto a Palazzo Madama per presentare il documento unico delle Regioni e delle autonomie territoriali che illustra il significativo percorso fatto dal 1999 a oggi in modo da farlo confluire nel ddl. «Le isole minori italiane – ha detto Bertolucci - costituiscono anche a livello europeo una realtà in particolare fermento che nell'ultimo decennio ha dato impulso allo sviluppo socio-economico ed alla valorizzazione delle particolarità e; che ciascuna isola esprime, sperimentando strumenti nuovi e più agili, costruiti con vero spirito di sussidiarietà. Ed è a questo processo che la legge deve agganciarsi». Tra i punti forti della sperimentazione attuata l'assessore toscano ha evidenziato gli strumenti finanziari (dal primo fondo Cipe del 2000 di 100 miliardi di vecchie lire fino ai 20 milioni di euro stanziati con la finanziaria 2008, ancora da erogare) e quelli operativi, tra cui ha particolare rilievo il Dupim (documento unico isole minori) che ha sancito – ed è una virtuosa novità - una programmazione unitaria dei 37 Comuni italiani delle piccole isole e delle sette regioni interessate. «Ciò ha consentito – ha spiegato Bertolucci - anche alle Regioni di indirizzare meglio ed in modo più proficuo i finanziamenti regionali e comunitari privilegiando settori o priorità che rimanevano scoperte con i finanziamenti nazionali. Per esempio la Toscana destinò al primo Dupim sei miliardi di lire per progetti sul ciclo dell’acqua e dei rifiuti. Nuovo è anche il metodo di lavoro fondato su un comitato tecnico- scientifico istituito dall’Associazione nazionale dei Comuni delle isole minori (Ancim) con rappresentanti tecnici delle 7 aree geografiche che, seguendo le indicazioni del direttivo Ancim, elaborano le linee guida di lavoro da attivare nelle rispettive realtà e territori di appartenenza». “La sfida dei 37 Comuni delle piccole isole italiane – ha aggiunto l'assessore – consiste nel voler superare l'emarginazione, i gap legati all'insularità (scuola, assistenza sanitaria, infrastrutture e trasporti), la prassi di uno sviluppo incentrato quasi esclusivamente sul turismo, nonché le azioni di sviluppo oggi frazionate nelle 37 realtà comunali, per recuperare la forza di un agire integrato e comune. E ciò perseguen do gli assi di sviluppo già individuati nella riqualificazione dei centri abitati, nella difesa delle coste, nella produzione di energia elettrica applicando nuove tecnologie (combustibili non inquinanti), nel recupero a funzioni turistiche e culturali del patrimonio storico, nel rilancio delle attività produttive, nella funzionalità e potenziamento degli approdi e dei servizi marittimi e così via”. Bertolucci ha anche insistito sulla necessità di «chiarire meglio, tenendo conto del vigente Accordo di programma di sviluppo locale, il ruolo del Comitato nazionale che deve essere di approvazione e verifica semestrale o annuale del Dupim per effettuare eventuali integrazioni, riprogrammazioni, o revoche. Per favorire il dialogo di tutti i soggetti che, a vario titolo, agiscono nell’area, tale comitato dovrà essere paritetico. Sette dunque i rappresentanti delle Regioni, sette i rappresentanti comunali delle isole minori, sette i Ministeri, oltre a una rappresentanza dei parchi e riserve marine come momento di saldatura delle programmazioni e dei finanziamenti». Fuor di dubbio, secondo l'assessore Bertolucci, è la positività della sperimentazione unica che le isole hanno saputo realizzare, «un risultato che va rafforzato con principi giuridici generali, evitando però procedure che potrebbero rivelarsi ingabbianti come dimostra l’esperienza dei fondi di settore. I principi generali di deroga alle procedure costituiranno i presupposti anche per le deroghe comunitarie, poiché l’Unione Europea ritiene le isole e la montagna territori “fragili” che necessitano di regole diverse». Ultimo punto, ma non meno importante, quello della costituzione di un fondo unico che riunisca le risorse messe a disposizione dalla futura legge, ma anche i contributi previsti per le isole da altri provvedimenti. A titolo esemplificativo Bertolucci ha richiamato gli stanziamenti della Finanziaria 2007 in cui, nell’ambito dei fondi sulla mobilità sostenibile, erano previsti finanziamenti per l'acquisto di elicotteri per le isole minori, che non sono stati utilizzati. «Se avessimo già avuto a disposizione un fondo unico – ha spiegato l'assessore – avremmo invece avuto la certezza che le isole potessero utilizzare i finanziamenti per lo scopo a cui erano destinati».


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