Regione Toscana: audizione sulla presenza di rifiuti tossici nel mar Tirreno Dopo le rivelazioni del pentito dell'ndrangheta Francesco Fonti è scoppiato lo "scandalo bidoni" e l'attenzione dei media si è "improvvisamente" rivolta verso il mare, scoperchiando le magagne riguardanti gli scarichi illeciti e le diverse navi dei veleni che hanno contaminato il nostro mare. Le scorie tossiche, sempre secondo le rivelazioni di Fonti, sarebbero state disperse in maniera massiccia anche a largo di Livorno. In molti, associazioni e cittadini, sono intervenuti chiedendo l'intervento della Regione, della Capitaneria di Porto e delle autorità preposte al controllo del mare per fronteggiare la situazione. "Con lo scandalo bidoni - ha affermato Mario Lupi, Capogruppo dei Verdi in Regione - si è iniziato seriamente a guardare "oltre le banchine", anche "sotto il mare", con un forte interesse dei media e corrette discussioni politiche. E' proprio con questo slancio che dobbiamo ripartire fiduciosi, guardando a tutto tondo le problematiche relativa all'inquinamento dell'ecosistema marino". Secondo Lupi, i bidoni adesso "scoperchiati", sono soltanto la punta dell'iceberg di un problema che esiste da decenni e sensibilizzato più volte dai Verdi. "Le nostre battaglie sono iniziate già nei primi anni '80 - racconta Lupi - contro lo sversamento dei fanghi di Scarlino, che regolarmente erano "iniettati" a largo di Capraia, contro la multinazionale di Rosignano Solvay per lo sversamento in mare del mercurio". Da rilevare le proposte effettuate da parte dei Verdi per collaborare con i pescatori, da sempre validi alleati per la difesa del mare, incentivandoli e favorendoli nel portare a terra i rifiuti trovati nelle reti. "Il problema - continua Lupi, da sempre impegnato in battaglie come "Portiamo il mare a Firenze" - è che spesso non abbiamo chiaro dove vengono sversati molti rifiuti delle navi. Bisogna riflettere sul fatto che petroliere e bettoline lavano spesso le proprie stive a largo delle coste, bananiere sversano in mare il loro carico ormai deperito e non più adatto per il mercato, evitando così di pagare lo smaltimento dello stesso. Poi chiediamoci dove vanno a finire i rifiuti delle molte navi da crociera che attraccano nei porti e se esiste un efficiente servizio portuale per i rifiuti nei più grandi porti toscani". Domande alle quali la Regione deve impegnarsi a rispondere. "Il nostro mare è vita - conclude Lupi - non può essere un luogo di smaltimento rifiuti della Mafia e con la complicità d'industrie eticamente improponibili. Chiediamo di adottare sistemi che permettano di conoscere da dove viene il carico, da quale porto e da quale sito produttivo, e conoscere la rotta delle navi. Attuabile sarebbe la tracciabilità dei materiali, anche tramite satellite e radar". Oggi Lupi presenterà un'interpellanza sull'argomento al presidente della Regione Martini.
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