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Affari e Politica: Non fu calunnia, sepolto il teorema del complotto

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 08 ottobre 2009

Oggi presso il Tribunale di Livorno, Il Giudice per le Indagini Preliminari Dott. Merani, accogliendo in pieno le richieste formulate dal Pubblico Ministero Massimo Mannucci, ha definitivamente archiviato, l'esposto denuncia presentato dal Sig. Enrico Cioni contro il Capitano dei Carabinieri Salvatore Distefano, l’ex Consigliere comunale Daniele Palmieri ed il Direttore di Elbareport Sergio Rossi. Nell’esposto Cioni ipotizzava che da costoro fosse stato commesso il reato di calunnia nei confronti suoi e del fratello Giuseppe, e che attentato, con la violazione dell’art. 294 c.p., ai diritti politici dei cittadini di Portoferraio, “.. con l’uso strumentale della magistratura … sovvertendo il regolare svolgimento di una competizione politica”. Secondo Cioni i tre accusati avrebbero “… intenzionalmente e preordinatamene concepito” il loro disegno criminoso per scopi politici: la vittoria nel 2004 di quel centrosinistra guidato da Roberto Peria che in un altro passo dell’esposto Cioni accusava, vinte le elezioni di aver “..iniziato una campagna stampa denigratoria e falsa nei confronti di tutto quanto deliberato dalla precedente amministrazione” giungendo in altro passaggio ad ipotizzare il danno erariale per le spese legali sostenute nella costituzione di parte civile nel processo contro Nocentini ed altri. L’esposto denuncia di Cioni in pratica ricalcava il teorema del complotto tra sinistra, ambientalisti, giornalisti ed Arma dei Carabinieri, per mutare l’assetto politico portoferraiese che trovava comoda sponda nella Magistratura, una teoria sulla quale si basa tutto quanto affermato nel “libro” Affari e Politica, generosamente distribuito prima delle ultime elezioni alla cittadinanza isolana. L’archivizione della denuncia Cioni e le motivazioni contenute nella richiesta avanzata in tal senso dalla Procura, oltre a chiudere la partita, pongono una pietra tombale su teorema del complotto, usato per porre alla gogna una serie di cittadini che nei loro diversi ruoli hanno fatto niente altro che il loro dovere. Le supposte calunnie secondo il P.M. niente altro si sono rivelate che notizie di fatti provati documentati “nella complessa ed ampia svolta attività di indagine” svolta dalla magistratura nell’istruttoria che ha preceduto il processo Affari e Politica. Essere accusati di un reato così infamante e grave come la calunnia, è stato qualcosa che ci ha profondamente offesi e feriti, molto più che il trovarci sbattuti sulle pagine di quel dozzinale pamphlet il cui “autore” nell’incipit affida proprio a Cioni il ruolo di musa ispiratrice. Ora dobbiamo riflettere sulle eventuali successive azioni di tutela della nostra immagine, per intanto i lettori comprendano la nostra soddisfazione nel veder riconosciuta dalla Magistratura, alle persone tirate temerariamente in ballo in questa brutta storia, linearità e correttezza di comportamenti.


benedetto lupi

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