Occorre un’azione del Governo straordinaria e lo stanziamento immediato di fondi per il recupero della nave Cunsky, l’ultimo relitto dei veleni inabissato, secondo le rivelazioni del pentito Fonti, dalla ‘ndrangheta a largo delle coste di Cetraro (Calabria) e per la bonifica della discarica di Serra d’Aiello dove si è rilevato inquinamento radioattivo. Esistono tecnologia e mezzi, mancano però - e nessuno ne fa cenno - i fondi necessari per sventare il pericolo di una bomba a orologeria che minaccia la salute di cittadini e ambiente, oltre a compromettere e a mettere in ginocchio le già fragili economie di questi territori. Considerando la gravità e l’estensione degli inquinamenti provocati dalle “navi dei veleni” nel corso di molti anni, come richiesto in una lettera inviata oggi dal presidente del WWF Italia Stefano Leoni al Presidente Silvio Berlusconi il più adeguato e rapido strumento appare un provvedimento urgente di Protezione Civile a firma del Presidente del Consiglio dei Ministri, che nomini un Commissario delegato alla individuazione, messa in sicurezza, e la bonifica, laddove possibile, dei relitti delle “navi a perdere” con il relativo primo stanziamento di fondi per le ricerche, Negli ultimi anni si è fatto ricorso a queste ordinanze per diverse occasioni: non solo per fronteggiare eventi eccezionali (alluvioni, terremoti, incendi, etc.), ma anche per manifestazioni sportive o eventi religiosi (Mondiali di nuoto a Roma, decesso di Papa Giovanni Paolo II). A sostegno della futura e auspicata azione di governo il WWF Italia ha consegnato oggi all’On. Gaetano Pecorella, (Presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti), all’On. Giuseppe Pisanu (Presidente Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere), e all’On. Francesco Rutelli (Presidente Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) 6 dossier prodotti dall’Associazione in questi 12 anni ed i carteggi più importanti con le Istituzioni , con una nota in cui si avanzano 8 richieste (v.scheda allegata) che diano il segnale concreto di una rottura di continuità rispetto ai segnali troppo deboli e solo episodici forniti sinora dalle Istituzioni. Tutta la documentazione (ad eccezione di quella a suo tempo “secretata”) è da oggi disponibile anche sul sito web del WWF Italia: www.wwf.it “Siamo convinti che lo Stato debba lanciare un segnale forte e determinante sui traffici illeciti internazionali dei rifiuti pericolosi e radioattivi via mare, tornati d’attualità a seguito anche delle dichiarazioni rese dal collaboratore di Giustizia Francesco Fonti. – dichiara Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia in occasione della conferenza stampa che si è svolta questa mattina a Roma - Il WWF ha spesso criticato il ricorso eccessivo a provvedimenti emergenziali, ma oggi l’urgenza è reale e serve un provvedimento immediato per garantire la sicurezza delle persone e dell’ambiente” . Alla conferenza stampa del WWF erano presenti anche l’Assessore all’Ambiente Calabria, Silvio Greco e in collegamento il PM di Reggio Calabria, Francesco Neri. Le situazioni emerse con le vicende legate agli affondamenti delle navi dei veleni, in particolare lungo le coste della Calabria ed in alcune aree dell’entroterra cosentino - dove si sono già trovate tracce di inquinanti altamente tossici, come diossine, mercurio e addirittura di radioattività - giustificano a pieno il ricorso a questo tipo di provvedimento. Ricordiamo che nel 2003 il Governo Berlusconi emanò un provvedimento che dichiarava lo “Stato d’emergenza per le attività di smaltimento dei rifiuti radioattivi dislocati nelle centrali nucleari di Lazio, Campania, Romagna, Basilicata e Piemonte” e nominava un “commissario delegato” per la messa in sicurezza dei materiali nucleari. Infine, la portata globale del problema, visto che si sospettano inabissamenti anche in acque straniere come le coste dell’Africa e il coinvolgimento di faccendieri internazionali, è sottolineata dal fatto che in questi giorni al WWF è arrivata una richiesta di documentazione storica da parte dell’Alto Commissariato ONU sui Diritti Umani.
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