La notizia diffusa dal Ministro Matteoli di una copertura finanziaria per Tirrenia fino alla fine del 2009 se da una parte ci fa tirare un sospiro di sollievo dall’altra ci fa capire l’urgenza di addivenire ad una reale soluzione del problema. Una questione, quella Toremar, che ad oggi sembra ancora in alto mare. Le notizie sull’argomento sono giornaliere, ma non si può certo dire confortanti. L’unica cosa certa in questo momento è un evidente contrazione del servizio: la flotta è costituita da navi ormai obsolete non più in grado di offrire certezze nei collegamenti quotidiani; l’aliscafo, che comunque nel periodo invernale non è una garanzia, è da circa un mese ai lavori e da sentori sembra che potrebbe esistere l’eventualità di una sosta definitiva. Assorbiti fino ad oggi in tentativi di risoluzione del problema ci stiamo dimenticando della sofferenza di una realtà quotidiana la cui vita è legata a doppia filo alla garanzia di un collegamento continuo e razionale con il continente- Non è infatti ammissibile che ci si preoccupi solo della privatizzazione e nessuno impedisca lo smantellamento anticipato dei servizi. Dobbiamo cominciare a camminare con le nostre gambe e, per prima cosa, cercare di affrontare i problemi di oggi. Mentre i pendolari del continenti che lavorano all’elba si trovano a scegliere tra la nave delle 6 e quella delle 6 e 40, attualmente gli elbani che si muovono per lavoro, per salute e per servizi all’interno della provincia , per arrivare in tempo utile, sono costretti ad alzarsi alle 4 del mattino, quando in meno di un’ora si arriva da Piombino a Livorno. Anche noi elbani abbiamo bisogno di una nave in partenza per Piombino tra le 6 e le 6 e 30. Il problema dei pendolari corrisponde a quello dell’economia elbana che soffre nel quotidiano di questo tratto di mare. Facciamo appello, quindi, agli attuali operatori perché con un po’ di buon senso cerchino di coordinare gli orari risolvendo così il problema di tanti elbani.
nave passeggeri