Nel pomeriggio di venerdì una “macchia” costituita soprattutto da grumi catramosi è andata a spiaggiare spinta dal vento e dalla mareggiata alimentata dal maestrale sulla costa marinese, ed in particolare sulla ghiaie de La Fenicia. Ne dà notizia la Capitaneria di Porto del capoluogo elbano che sottolinea come in relazione alla consistenza ed alla densità del materiale giunto a terra si possa ipotizzare una permanezza in acqua di diversi giorni degli idrocarburi sversati. Ed è sempre la Capitaneria a dare conto delle operazioni di disinquinamento che hanno visto impegnati i suoi marinai unitamente agli operai del Comune ed agli operatori della protezione civile, ancora una volta da cittadini che si prestavano a rimuovere il materiale giunto sulla spiaggia mentre in mare agivano una motovedetta ed un mezzo privato. Si riusciva così a recuperare quaranta chili di sostanze catramose a frantumare e disperdere le residue iridescenze della chiazza sulla quale la Guardia Costiera riferiva: “Si tratta probabilmente di quel che resta di una più ampia serie di chiazze che hanno interessato il versante ovest dell’Isola, avvistate già martedì scorso e che hanno visto l’intervento di bonifica da parte dei mezzi della Capitaneria di Porto (CP 892 e CP 553) nonché un mezzo messo a disposizione dal Ministero dell’Ambiente (B/D Ecogiglio) fatto provenire da Livorno” Sono state quindi condotte (senza darne notizia) delle operazioni che hanno salvato la costa da un massiccio inquinamento ma a tal proposito è opportuno vedere cosa scrive il locale circolo di Legambiente: “La spiaggia della Fenicia è una delle più belle dell’Elba, proprio dietro la Torre medicea simbolo del comune. Questo ennesimo episodio di inquinamento rende ancora più evidente che la incredibile sospensione del servizio delle barche pulisci-mare della Castalia sono state un clamoroso infortunio del ministero dell’ambiente, che ha sottovalutato la necessità di avere non solo mezzi attrezzati di pronto intervento in mare, ma che svolgono anche una preziosa opera di controllo e prevenzione, visto che spesso, insieme alla preziosa opera di sorveglianza svolta dalla Capitaneria di Porto e dalle altre forze dell’ordine, sono riusciti a fermare le macchie inquinanti prima che raggiungessero le coste. Un’azione preventiva – chiudono gli ambientalisti - e di controllo più che necessaria, estate ed inverno, in un’area nella quale i pirati del mare che gettano nelle nostre acque i loro rifiuti mettono in pericolo non solo l’ambiente ma anche l’economia turistica dell’Arcipelago toscano sfregiandone le spiagge e l’immagine”. Non si va quindi lontano con la politica sparagnina di un governo “ambientalista a chiacchiere” che ha tagliato i fondi necessari al costante pattugliamento delle coste da parte dei mezzi antinquinamento, che in situazioni di emergenza si devono poi spostare di sessanta e più miglia per giungere negli specchi acquei interessati dagli sversamenti. Anche stavolta è andata bene, ma non è sempre domenica.
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