Nel meraviglioso scenario del centro di documentazione e formazione di Villa Lanzi, all’interno del Parco Archeominerario di San Silvestro a Campiglia Marittima, nei giorni di domenica 27 e lunedì 28 settembre si è svolto il Workshop di Archeologia dal titolo “Populonia. Produzione del ferro, materiali da costruzione e tecnologia fra il periodo etrusco e la romanizzazione”. Gli enti promotori dell’iniziativa sono la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, la Società Parchi della Val di Cornia, la Scuola Normale Superiore di Pisa (Laboratorio di Storia, Archeologia, Topografia del Mondo Antico), il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istituto di Geoscienze e Georisorse di Pisa, San Cataldo), l’Università degli Studi di Firenze (Dipartimento di Scienze della Terra) e l’Università degli Studi di Siena (Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti, dipartimento di Scienze Ambientali, Master BASA). Durante l’incontro si è discusso delle ricerche in atto nel comprensorio populoniese, ponendo particolare attenzione alla produzione e circolazione del ferro, ai materiali e alle tecnologie da costruzione impiegati nel periodo etrusco e in quello romano. All’incontro, introdotto dal Presidente della Società Luca Sbrilli, hanno preso parte studiosi e docenti di archeologia e di scienze naturali da anni operanti in questo territorio: M. Milletti (Università di Roma-La Sapienza), P. Pallecchi (Soprintendenza BAT), F. Cambi, C. Mascione, F. Cavari, M. Giamello, F. Droghini (Università di Siena), S. Guideri, D. Brocchini, M. Coccoluto (Società Parchi Val di Cornia), A. Dini e M. D’Orazio (CNR Pisa), A. Corretti (Scuola Normale Superiore di Pisa) e M. Benvenuti e L. Chiarantini (Università di Firenze), L. Lazzarini (Istituto Universitario di Architettura di Venezia). Il contributo “Tracciabilità geochimica dei minerali di ferro e del ferro di provenienza elbana”, di A. Dini e M. D’Orazio (CNR-Pisa) ha spiegato, in maniera del tutto inattesa, come i minerali ferrosi provenienti dall’isola d’Elba e gli oggetti prodotti con questi siano caratterizzati da anomalie tali da renderli unici e quindi perfettamente identificabili nello scenario mediterraneo. Gli interventi dei diversi gruppi, pur partendo, necessariamente, dai presupposti della ricerca scientifica, rappresentano il trampolino di lancio per una ulteriore fase di valorizzazione dei beni culturali con forti ricadute sulla fruizione collettiva, un tema particolarmente sentito al di là del Canale di Piombino. L’ottima riuscita dell’evento fa sperare che vi saranno altre occasioni nelle quali le singole ricerche potranno confluire in un unico fine di valorizzazione. La promozione in senso culturale e naturalistico del territorio e la conoscenza del passato diverranno fondamenta sulle quali costruire un sistema basato su sviluppo turistico, ecosostenibilità e ricerca scientifica. Al Workshop è collegata l’uscita di un volume dal titolo “Populonia. Studi sull’economia della città antica: la produzione del ferro e l’approvvigionamento dei materiali da costruzione”, curato da F. Cambi, C. Mascione e F. Cavari e pubblicato da Edipuglia.
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