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A Sciambere del ricordo, dell'annuncio e della gatta nel paniere

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 30 settembre 2009

Tra i ricordi più sadicamente divertenti che manteniamo ce n'è uno degli anni 70, quando non c'era all'Elba una vera protezione civile e i primi vasti incendi dolosi furono contrastati anche da generosi volontari raccattati ed organizzati un po' "alla sperandio", armati di quel che si trovava. Una notte un gruppo costituito da una trentina di questi "angeli della frasca" a maggioranza ragazzi, tutti ferajesi, dopo essere rimasto per ore ed ore a lavorare nel campese, stava rientrando a Portoferraio a bordo di un bus di linea requisito alla bisogna, che sembrava diretto a Lourdes da come erano messi male i passeggeri, chi tossiva perchè aveva respirato fumo, chi si lamentava per le "gallozzole" (vesciche per gli italiani) che si era procurato alle manine non aduse a lavori pesanti, chi aveva le scarpe bruciacchiate (e di conseguenza i piedi modello roast-beef), tutti erano democraticamente lezzi come carbonai e quelli che stavano meglio boccheggiavano comunque come perchie per la stanchezza ed erano corrosi dalla fame, visto che il vettovagliamento era stato occasionale e scarso. Ma, giunto che fu a La Pila, il bus fu fermato dalle forze dell'ordine, ed ai volontari fu comunicato che di lì a poco doveva essere fatta loro una comunicazione importante. Poiché le condizioni della squadra erano miserevoli, ed era passata la mezzanotte, si sentì da subito un borbottio che crebbe con il trascorrere dei minuti, finché dopo una mezza oretta non si avvicinò scortato al bus un personaggio che richiamò con un gesto quasi imperioso, l'attenzione di chi ci stava sopra. I pezzenti si affollarono davanti ai finestrini più vicini al sottostante tipo che appariva ben vestito e con un rossore di gota che tradiva una recente lauta cena con relative libagioni, e che incantò l'uditorio con questa "orazion picciola": "Bravi! avete fatto un ottimo lavoro, ora mi raccomando andate a casa e riposatevi, che domattina si ricomincia presto!" Lo sbigottimento durò solo qualche secondo, poi uno urlò a patente feroce presa di culo: "Arrenditi sei circondato!" seguì una delle più nutrite salve di moccoli e insulti che mai si sia sentita sulla crosta dell'Elba, ed anche una gatta, un po' male in arnese ma salvata e generosamente adottata da uno dei volontari che se la stava portando amorosamente a casa dentro un paniere, corse il rischio di trasformarsi in proiettile. La situazione la sbrogliò il maturo conducente del bus che, senza prevviso, annusata l'ariaccia, partì, per quanto poteva con quel carcassone, a tavoletta, mandando a gambe levate metà del carico umano e a rotolare paniere e gatta che s'imbucò spaventata sotto il sedile di poppa del pullman che poi per stanarla sembrava ci volesse il verderame come si fa coi polpi. Orbene cari lettori, eravamo partiti con il racconto di questa storia di straordinaria favaggine di circa 40 anni fa, come introduzione al darvi conto di una molto più recente pubblica raccomandazione marinese, degna di fare il paio con quel ".. e ora mi raccomando andate a casa e riposatevi ..." ma siamo andati lunghi, non c'è tempo, e allora per leggerla dovrete aspettare un altro giorno ed il prossimo "a sciambere".


gatto paniere

gatto paniere