L'ultimo saluto a Roberto Giannini la comunità cittadina lo ha voluto dare collettivamente, c'erano già centinaia e centinaia di persone riunite prima dei suoi funerali, tante che, quando alle 15.30 di venerdì 25 settembre si è iniziato a celebrare il rito religioso, l'ampia superficie del Duomo di Portoferraio è risultata insufficiente a contenere la folla che era accorsa, e moltissime erano le persone che dovevano restare fuori delle porte, sul sagrato della maggiore chiesa portoferraiese. Tanta gente e soprattutto tantissimi giovani tra di loro gli amici più stretti di Roberto, quelli che con lui dividevano la passione per il motorismo, quella poi risultata fatale per il ventenne portoferraiese. Gli amici che avevano deciso una certamente irrituale forma di saluto mettersi addosso un fiocco verde, lo stesso colore della Kawasaki in sella alla quale il ragazzo viaggiava sereno verso Lacona venerdì mattina. Poi quel mare di gente riusciva in silenzio dalla Chiesa per comporsi in un mesto corteo che seguiva a piedi il lento procedere del carro funebre dal centro storico portoferraiese per due chilometri fino al cimitero della Misericordia, una gremitissima processione alla quale si accodavano tanti altri che nopn avevano seguito il rito religioso e che era aperta dal padre e da altri parenti dello scomparso. Un corteo che ripercorreva i passi di chi aveva accompagnato cinque anni fa, nello stesso luogo, Erika, la sorella di Roberto, scomparsa in maniera totalmente diversa e ugualmente tragica all'età di 25 anni. La città toccata da quel mare di gente silenziosa ha fatto eco al silenzio, a tratti l'unico rumore che si poteva percepire era quello dei passi.
Funerali Roberto Giannini