Una Toremar rifatta in salsa sudamericana? Qualche settimana fa la notizia dell'interesse di un soggetto societario argentino-uruguayano per la gestione di "ciò che ne sarà" della Toremar, era stata accolta piuttosto scetticamente, considerata alla stregua di una curiosità o al più come un "ballon d'essai" che è normale si lancino in imminenza di una partita economica rilevante. Poi su siti specializzati ed altre agenzie informative sono apparsi articoli più circostanziati come quello pubblicato on line dalla rivista "Nautica e Trasporti" www.nauticaetrasporti.it il cui testo integrale riportiamo qui di seguito: L’argentina-uruguaiana Buquebus si candida a rilevare Toremar. La notizia è stata recentemente confermata da Silvio Fancellu, console di Uruguay in Toscana. La dichiarazione d’interesse della più grande compagnia di cruise ferry di tutto il Sudamerica è stata già formalizzata a Fintecna, la società del Tesoro cui fa capo Tirrenia e lo stesso console ha già illustrato i dettagli del piano d’acquisto per la controllata Toremar in Regione. Dopo aver preso contatti con Giuseppe Bertolucci, assessore alle Politiche del mare, Fancellu ha incontrato anche i rappresentanti sindacali dei marittimi. «Il programma dell’amministratore delegato di Buquebus e dei suoi negoziatori – fa sapere il diplomatico sudamericano – è di fornire, non solo alle istituzioni, un completo piano d’impresa sui servizi, ma anche di spiegare a tutti i livelli di utenza le prospettive del proprio impegno». Si cerca, in sostanza, la massima condivisione in Toscana della “mission” della grande compagnia di navigazione sudamericana. Per il momento la Toscana preferisce stare alla finestra, evitando commenti ufficiali sul possibile acquirente transoceanico. Anche perché i meccanismi di privatizzazione di Toremar sono ancora in gran parte da definire. In passato avevano manifestato interesse a rilevare la controllata regionale di Tirrenia sia Corsica Sardinia Ferries, che fa capo al gruppo armatoriale transalpino Lota Maritime, sia Vincenzo Onorato, anche se il suo impegno con Moby sull’isola d’Elba, rende l’ipotesi molto complicata. Buquebus metterebbe sul piatto non solo il suo patrimonio di 14 fast ferrie – alcuni dei quali, costruiti in Tasmania, viaggiano a oltre 50 nodi – ma anche l’esperienza dei collegamenti a lungo tenuti tra le Baleari e Barcellona. La compagnia fondata trent’anni da Juan Carlos Lopez Mena per collegare Argentina e Uruguay vanta 2,5 milioni di passeggeri all’anno e un plafond di navi noleggiate in mezzo mondo, tra cui Croazia, Italia, Spagna e Stati Uniti. Pensare alla Toremar del futuro con ferry moderni invece dei vecchi e lenti traghetti d’oggi piace assai all’assessore ai Trasporti Riccardo Conti, che l’ha prospettata proprio nei giorni scorsi a Portoferraio". Fin qui l'articolo apparso sul sito specializzato al quale è difficile aggiungere annotazioni di carattere tecnico sulla credibilità della operazione, ma l'interesse di un soggetto comunque rilevante alla gestione dei trasporti sul canale è la dimostrazione (purtroppo quasi a posteriori) di qualcosa che in molti all'Elba vanno affermando da anni e anni: e cioè che il duopolio Moby-Toremar che si era instaurato, con uno dei supposti concorrenti (quello pubblicamente partecipato e sovvenzionato) impegnato ad essere tutto fuorché concorrenziale, ha fatto sì che il cosiddetto "mercato" non sia in realtà mai approdato sulle nostre banchine e sui nostri moli. Speriamo davvero di assistere ad un cambio di regime, speriamo, chiunque gestirà l'eredità della Toremar, che fatti salvi il diritto alla mobilità (e pure alla comodità) dei cittadini e l'irrinunciabile sicurezza del navigare, che si possa giungere ad un abbassamento di quelle tariffe che (sempre a proposito di mercato) contribuiscono (non poco) a spingere fuori mercato la nostra offerta turistica.
tragfhetto buquebus