Questa isoletta è davvero strana, vive dei lunghi periodi sonnacchiosi e poi d'improvviso pare che tutti di colpo si sveglino intenti a fare nel bene o nel male notizia. E così accade che ci proponiamo per due giorni consecutivi agli onori (si fa per dire) delle cronache nazionali con due quintetti che tutto il mondo ci invidia: Il primo è stato quello degli eroici trasvolatori dell'Arcipelago e Pianosa che non sappiamo se ci fanno venire in mente il quadrumviro Italo Balbo o "Fascisti su Marte pianeta rosso, bolscevico e traditor" dell'inarrivanile Guzzanti, ovvio che parliamo di Corrado e non di quel "un tanto al chilo" del suo neo-berlusconico padre. Il secondo quintetto è quello per 4/5 composto dai tutori della legge che alla legge hanno fatto gravissime offese e di cui abbiamo trattato oggi vergognandoci un poco per loro. E prima che qualcuno s'incazzi dichiariamo di avere ben chiaro che le le diverse violazioni compiute dai due quintetti stanno tra di loro in rapporto di gravità come il rubare la marmellata e una rapina a mano armata. Notiamo solo le coincidenze: cinque avvisi di garanzia, cinque arresti, con Carabinieri "elbani" comunque attori o a tirare le orecchie o (se non provoca qualche ferale saudade storica) a manganellare. Tutto ciò per introdurre una notizia che magari in un altro giorno avrebbe conquistato nel nostro giornale l'apertura (come diceva Oriano: il giornale si fa con quello che c'è tanto il giorno dopo ci s'incarta comunque le scarpe e le patate). Ci riferiamo alla giubilazione di Andrea Orpello Sirabella dal partito di Forza Italia che ci è stata riferita da un noto albergatore di cui non facciamo nome, il cui cognome però comincia per "P" e finisce per "aternò", il quale molto più serio di noi non ci ha rivelato la fonte lasciandoci nelle ambasce e nell'incertezza. Ma, ci siamo domandati, lo hanno fatto veramente fuori o no? Ci siamo rosi l'anima almeno per una cinquantina di secondi. Poi ci è venuto in mente un film di Antonio De Curtis (in arte Totò) in cui c'era una eredità che passava continuamente tra due persone in lite, ed il notaio ogniqualvolta emergeva un elemento nuovo lo faceva decidere per lo spostamento diceva invariabilmente: "Me ne felicito con l'erede, me ne dolgo con la controparte, d'altronde a me, non me ne frega niente" E' stato tanto liberatorio