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Pianosa - elicotteri, ambiente e dintorni

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 26 agosto 2003

L'elicottero sequestrato che ha portato a Pianosa -si è letto- alcuni imprenditori in compagnia di politici consulenti del Parco Nazionale dell'Arcipelago e funzionari del Ministero dell’Ambiente non è cosa di ordinaria amministrazione. Anche se per il Parco l'incontro ed il volo è avvenuto per "fini istituzionali", che sfortunatamente al momento non sono stati ancora bene esplicitati. Per l’uso del mezzo aereo in sé, che non è il colmo del risparmio ecologico, di positivo c’è solo che il suo costo - alcune migliaia di Euro per ogni ora di volo – una volta tanto non graverà sulle tasche dei cittadini, trattandosi di proprietari privati. Volendo entrare nella dimensione politica, cosa che di solito evitiamo, ma che stavolta si impone, il meno che si possa dire è che sulle sorti di Pianosa ora siamo molto più preoccupati di prima, e che se non altro un contributo di chiarezza involontariamente è stato dato. Il che non è poco. Intendiamoci: dal punto di vista ambientale un elicottero privato ha lo stesso impatto di un elicottero pubblico: quello di far allontanare, talvolta definitivamente, ogni essere che abbia ali per volare e far rintanare spaventato ogni altro essere dotato di udito. E purtroppo di elicotteri da e per Pianosa ne transitano molti, decisamente troppi per un parco nazionale. Curioso è che, almeno in questo caso, la tutela di un’isola tra le più importanti del parco nazionale sia stata assicurata non da una regola ambientale del Parco accettata e rispettata ma da un "vizio formale", la mancanza del permesso di sorvolo sull'isola del Ministero di Grazia e Giustizia. Come non riportare questo episodio soprattutto al fatto che l’iter della costituzione del Parco nazionale si è fermata, il Piano del parco è di là da venire e quello che vogliamo fare delle isole toscane, una volta per tutte, non è stato ben deciso, quindi ogni ipotesi è possibile? Purtroppo in questo la gestione commissariale dell’Ente si dimostra sempre più uno strumento inadeguato a superare l’impasse: prima finisce e vengono insediati gli organi decisionali normali, meglio è per tutti. Abbiamo fin qui cercato di fare un discorso semplice, che prescindesse dalle persone. Certamente anche a noi arrivano regolarmente –ma senza prove- notizie di abusi, specie a mare, riguardanti Pianosa e la riserva integrale di Montecristo. Tutte -sottolinea il WWF- costituiscono il preoccupante segnale che il patrimonio culturale e ambientale delle isole dell'arcipelago è sempre più sottoposto ad un becero modello di consumismo turistico-alberghiero destinato a creare il profitto di pochi furbi ed il danno della collettività delle isole restanti. Inaccettabile sarebbe se i divieti attuali nella frequentazione su larga scala dell’isola valessero solo per qualcuno. E’ una ipotesi che sostanzialmente non ci risulta, nel senso che non possiamo definirla conclamata, ma se episodi futuri la avvalorassero, noi lo denunceremmo con forza. Anche il WWF è presente a Pianosa in questi giorni. Con campi di volontariato che nel mese di settembre forniranno la consueta rilevazione dei flussi migratori dell’avifauna. Le risultanze di questa nostra presenza sono da anni puntualmente inviate agli enti che a vario titolo hanno competenza sull’isola. Sono anche pubblicati sul nostro sito internet. Abbiamo chiesto al Parco di poter essere presenti, come lo siamo ovunque in Italia, anche in qualità di sorveglianza ambientale volontaria (GAV) dei delicati ambienti marini e terrestri. Al momento non abbiamo avuto risposta, ma non abbiamo perso le speranze. Per tagliare l’erba sotto i piedi ad ogni illazione, proponiamo perciò, allo stesso modo del WWF, che chiunque, proprio chiunque, a vario titolo è o sarà presente sull’isola di Pianosa pubblichi puntualmente i risultati concreti della sua presenza e li metta in rete nel sito del Parco, a disposizione di tutti. Una proposta la nostra che riteniamo tanto semplice quanto sicuramente capace di separare, nel giro di qualche mese, chi sull’isola c’è a fini balneari, o peggio, da chi lo fa per fini di maggiore utilità pubblica e quindi più condivisibili.


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Pianosa Scogli

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