L’arroganza con la quale un esponente di Terna liquida in un’intervista le preoccupazioni dei Comitati di cittadini e delle Istituzioni locali circa l’impatto paesaggistico (leggi economico) del previsto rifacimento dell’elettrodotto S Giuseppe – Portoferraio è preoccupante quanto l’ opera in sé. E’ vero che si è raggiunto in passato un accordo che migliorava una situazione iniziale ancora più deturpante (i 25 km di linee aeree dell’altro elettrodotto oggi sostituito dal cavo sottomarino e il parziale interramento di quello di cui si parla.), ma è vero altresì che sono emerse novità delle quali Terna non tiene volutamente conto. E’ vero che i tralicci passano da 48 a 20, ma è vero anche che sono molto più alti di quelli sostituiti, in virtù del fatto che sarà una linea a 132 kv; il positivo allontanamento da zone più urbanizzate viene però vanificato dal passaggio troppo ravvicinato ad alcune abitazioni e attività economiche quali alberghi ed agriturismo e dall’invasivo, nuovo impatto paesaggistico. Il Comune di Portoferraio ha inoltre informato Terna dei lavori di scavo per il nuovo depuratore in gran parte previsti lungo il tracciato aereo dell’elettrodotto. Di tutto questo Terna decide dunque di non tenerne conto, respingendo le richieste di interramento e di modifica che vengono da Comuni, cittadini e categorie economiche e annunciando l’avvio dei lavori. E’ un atteggiamento inaccettabile che viola i più elementari principi di concertazione con gli Enti Locali e i cittadini dei territori interessati. La risposta di tutti dev’essere immediata e forte, a cominciare dalle istituzioni umiliate nei loro diritti, per bloccare l’ inizio dei lavori e costringere i vertici di Terna a trattare.
Elettrodotto crinale